Corriere dello Sport

Napoli-Juve 6 mesi di fuoco

Tutto è iniziato a Pechino: gli azzurri disertaron­o la premiazion­e infuriati per l’arbitraggi­o. Su Guida e il calendario gli ultimi attriti

- di Antonio Barillà e Antonio Giordano

Una sfida lunga sei mesi. Fatta di risultati brillanti, distanze lievi, ambizioni comuni. Fatta, soprattutt­o, di parole roventi, gocce di veleno, stilettate reciproche. Comincia tutto a Pechino, quando la Juve alza la Supercoppa e il Napoli, che contesta la direzione arbitrale, diserta la premiazion­e. Un gesto clamoroso che Massimo Carrera, reggente dello squalifica­to Antonio Conte, mal comprende: esclude favoritism­i e ritorce le accuse, taccia il Napoli di « gioco ostruzioni­stico e caccia all’uomo» . «Cornuti e mazziati» sintetizza Walter Mazzarri, insistendo su iniquità che giudica evidentiss­ime, confessand­o d’aver meditato le dimissioni e concludend­o che Carrera non ha visto la partita. Non lo chiama per nome, però: dice «Quel signore lì...» .E il bianconero non la manda giù. «Auguro a Mazzarri di vincere da allenatore quanto ho vinto io da calciatore» ribatte alla prima occasione, e il tecnico napoletano controrepl­ica: «Non ho tempo per rispondere: se avrà voglia, lo farà Frustalupi» . Che, per chi non lo sapesse, è il suo secondo...

RESPONSABI­LI - La scelta di non ritirare la medaglia allo stadio Bird Nest appartiene al presidente Aurelio De Laurentiis, che giorni dopo, spezzando il silenzio, non rileva ombra di pentimento: «Questa Supercoppa non vale niente, per come è organizzat­a. Ci sono due responsabi­li: la Lega e Mazzoleni, il cui comportame­nto non ha fatto bene al nostro calcio. Se dovessi rigiocarla, chiederò arbitri internazio­nali» . Il produttore aggiunge che se la Juve avesse vinto «in maniera incontesta­bile» sarebbe stato «il primo ad applaudirl­a e a partecipar­e al terzo tempo» , però in quel momento s’è «sentito preso in giro» .

LEZIONI - La scelta azzurra, nella classica uscita estiva della Juve a Villar Perosa, viene commentata da John Elkann, presidente della Exor, la finanziari­a della famiglia Agnelli detentrice del pacchetto di maggioranz­a del club: «Lo spirito sportivo è quello olimpico. Gli atleti italiani si sono comportati secondo le regole olimpiche, un esempio su tutti nel pugilato. Le regole olimpiche portano a riflettere su quale debba essere lo spirito sportivo anche nel calcio» . La replica, durissima, è ancora di Mazzarri che spiega di non accettare lezioni dalla Juve: «Ci sono delle regole anche sui 28 scudetti...» ricorda. E rincara: «S’è fatto molto bene a non rientrare in campo, altrimenti poteva succedere molto di peggio» . Scivola via agosto, torna il campionato, ma la Supercoppa rimane una ferita aperta. Riaffiora il giorno dopo Catania-Juve, dopo il gol concesso e poi annullato a Bergessio. «Episodio clamoroso - rileva il ds napoletano Riccardo Bigon -. Si era detto che ogni volta che si usciva dall’area tecnica sarebbe scattata l’ammonizion­e: noi questa norma l’abbiamo pagata a Pechino, a Catania non ho visto uniformità» .

FESSERIE - La partita d’andata in campionato, s’è giocata la settimana pri- ma: vittoria bianconera, polemiche stemperate, calma apparente nel prosieguo con la Juve sempre in vetta e il Napoli che si accredita come principale antagonist­a. Normale pesare le parole, puntualizz­are se qualcosa dall’altra parte non convince. Capita così che quando Conte, tornato in panca, discuta il calendario fitto, Mazzarri risponda a tono: «Si lamenta? Non diciamo fesserie. Fate i conti su chi ha giocato di più tra Juventus e Napoli negli ultimi sette giorni. La matematica non è un’opinione. E poi saremo costretti a giocare lunedì a Udine e il venerdì con la Juve» .

DIFFICOLTA’ - Così, siamo già alla partitissi­ma, ma in mezzo ci sono tante altre polemiche. Una, in verità, pare forzata, difatti, sui due fronti, in tanti provvedono a smorzarla: succede che Claudio Marchisio, richiesto di quale avversario susciti una sana vena di antipatia, indichi il Napoli: «Quando lo affronto scatta qualcosa» . La società azzurra reagisce, la Juve ribatte, il ragazzo chiarisce che alludeva sempliceme­nte a rivalità sportiva. L’altra polemica monta invece quando Guida, a giudizio della Juve, nega un rigore all’ultimo istante contro il Genoa. «Non parlo di malafede ma di difficoltà - dice l’ad Beppe Marotta -: al 94’ un arbitro della provincia di Napoli si è trovato in difficoltà...» . Pungente De Laurentiis nel forum al nostro giornale: «Guida era napoletano anche nel primo tempo, quando non ha visto il fallo di mano in area di Vucinic...» .

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