Ecco il passaporto biologico
Lotta al doping, il nuovo progetto partirà dalla Nazionale
Il passaporto biologico fa il suo ingresso nel calcio italiano. «Noi siamo pronti, il progetto in Federazione lo abbiamo presentato nel 2012, i costi non sono elevati, ma il calcio non è il ciclismo e i numeri, cioè gli atleti coinvolti, sono veramente robusti» . Pino Capua, capo della commissione antidoping della Figc, ieri ha illustrato il progetto al presidente della Lega di serie A, Maurizio Beretta, e al capo dei calciatori, Damiano Tommasi. Il Consiglio Federale valuterà i dettagli del piano nella prossima riunione, il 7 marzo. Si parte con la Nazionale maggiore. Poi si passerà all’Under 21 e, probabilmente, alla rappresentativa di serie B. E il campionato? «In teoria potremmo cominciare anche con la prossima stagione. Ma, ripeto, parliamo di numeri veramente molto ampi, la macchina da mettere in moto è complessa» .
STRUMENTO - Il passaporto è considerato uno strumento decisivo nella lotta al doping. Periodicamente (un mese o due) gli atleti vengono sottoposti a controlli ematici e i valori vengono annotati. Una variazione anomala segnala che l’atleta ha assunto delle sostanze dopanti. Il passaporto è stato adottato da venticinque discipline. Il calcio ha fatto un po’ “melina” tanto è vero che l’allenatore dell’Arsenal, Arsene Wenger, qualche settimana fa ha in- vitato la Premier a impegnarsi di più sul fronte della lotta antidoping. La sollecitazione di Wenger è stata fatta propria dal presidente della Wada, John Fahey, che ha chiesto al presidente della Fifa, Sepp Blatter, di rompere gli indugi. E così in via sperimentale il passaporto sarà introdotto nella prossima Confederations Cup e, in via definitiva, nel Mondiale del 2014.
DETTAGLI - Pino Capua, insieme ai suoi vice, Piero Volpi e Fausto Taverniti, ha spiegato i dettagli dell’operazione. Quattro, cinque controlli del sangue all’anno (il costo si aggira intorno ai cinque euro ma per farli bisogna mettere in moto una organizzazione ampia e complessa); per ora soltan- to sui giocatori della Nazionale che si riuniscono in un luogo preciso a date pre-definite. «Man mano amplieremo il raggio di applicazione» , dice Capua. La commissione antidoping garantisce che nel calcio la situazione è sotto controllo. Ma le ammissioni dell’ex presidente della Real Sociedad, Inaki Badiola (ha rivelato che dal 2001 al 2008 il club ha acquistato farmaci vietati seguendo le indicazioni di Eufemiano Fuentes, principale accusato nell’Operacion Puerto, l’indagine che ha smantellato un sistema capillare di doping) hanno gettato un’ombra sulla Liga e suscitato preoccupazioni negli altri campionati europei.