Lazio, Lotito contro l’Uefa ecco il ricorso
Pronto il ricorso contro la sentenza dell’uefa (prossime due partite europee a porte chiuse). Si punta a ribaltare o attenuare la sanzione
ROMA - Mercoledì in serata era arrivato il dispositivo Uefa, ieri pomeriggio la Lazio attendeva di leggere le motivazioni. La società biancoceleste, che aveva già inviato una memoria difensiva, avrà tre giorni di tempo per inoltrare il ricorso. Il primo punto da chiarire, così ha spiegato l’avvocato Gentile, riguarderà il nesso tra gli episodi contestati e la condanna a giocare le prossime due partite europee a porte chiuse. Sulla Lazio, dopo la trasferta di Maribor e le partite con il Tottenham, pendeva una pena sospesa (un turno a porte chiuse) con la condizionale per i prossimi due anni imputando «condotta razzista» ai suoi tifosi. Era chiaro e si sapeva benissimo che l’Uefa avrebbe tenuto gli occhi aperti sullo stadio Olimpico. Forse cercava un pretesto. E’ bastato uno starnuto per condannare la società biancoceleste dopo il ritorno dei sedicesimi con il Borussia Moenchengladbach. Due turni a porte chiuse e 40 mila euro di multa per «accensione e lancio di razzi, comportamento razzista, organizzazione insufficiente» si legge nel dispositivo diramato dall’Uefa.
Oltre al danno d’immagine si aggiunge la perdita economica stimata in oltre 1,5 milioni
SPROPORZIONE - Lotito ha parlato di sentenza abnorme e contesta i capi d’imputazione. Ci sono ampi margini per discutere il ricorso, che verrà inoltrato nelle prossime ore. La Lazio punta in via prioritaria a ribaltare la sentenza, cancellando la squalifica, oppure ad ottenere almeno lo sconto. Al danno d’immagine si aggiungerebbe il mancato incasso per due partite (con lo Stoccarda e negli eventuali quarti di finale oppure al debutto europeo della prossima stagione) per una cifra stimabile in un milione e mezzo di euro. Ci perde la squadra di Petkovic, protagonista sinora di un’avventura esaltante. Ci rimettono la parte sana e la stragrande maggioranza dei tifosi. Andiamo con ordine, ricostruendo anche fatti e giurisprudenza.
IMPUTAZIONI - La Serbia, dopo gli incidenti di Marassi e la sospensione della partita delle qualificazioni europee con l’Italia, una vergogna ripresa in diretta tv, venne condannata a due turni a porte chiuse. E’ possibile che la Lazio riceva lo stesso tipo di condanna? Onestamente no, il confronto stride. E verrà portato in appello dai legali biancocelesti. C’è sproporzione tra episodi e condanna. Lotito contesta i capi d’imputazione. Spesso (non bisogna negarlo e occultarlo) in passato è capitato di ascoltare cori brutti all’Olimpico, questa volta no. Sembrava che tutto fosse filato liscio, non erano stati segnalati episodi. Cos’è successo? Il delegato Uefa si è recato sotto la Curva Nord con una telecamera, ha preso degli insulti e avrebbe segnalato nel suo rapporto il saluto fascista di una parte dei tifosi, circa duecento o trecento. Per la società i filmati prodotti dal circuito delle telecamere e in possesso delle forze dell’ordine dimostrerebbero il contrario. «Episodi non eclatanti e non percebili» ha sostenuto con forza Lotito. Nessuno, in tribuna Monte Mario, se n’era accorto. Quei gesti sono stati archiviati e qualificati dall’Uefa alla voce «comportamento razzista» . L’accensione dei razzi non può giustificare una condanna così pesante, peraltro s’erano visti benissimo i fuochi d’artificio fatti esplodere dagli ottomila tifosi del Borussia in Curva Sud. La Lazio paga anche per un’organizzazione insufficiente. L’Uefa ha contestato il numero degli steward, dovevano essere di più per presidiare ogni settore dello stadio. La società biancoceleste si è attenuta alla normativa italiana. Ha impiegato il numero degli steward utilizzati anche nel campionato italiano con l’approvazione del GOS (gruppo operativo sicurezza) che anche in occasione della partita con il Borussia aveva avallato e condiviso le misure assunte per garantire l’ordine pubblico.
Sotto la Curva Nord il delegato Uefa è stato insultato e dei tifosi avrebbero fatto il saluto fascista