Cellino l’accusa si aggrava
Caso-stadio: oggi potrebbe uscire dal carcere, ma è in arrivo un’imputazione più grave (il peculato da tentato a consumato)
re decisive per Massimo Cellino. Oggi potrebbe tornare libero. Ma la situazione ieri, nel corso dell’udienza davanti al Tribunale del Riesame è diventata più complicata. In arrivo, infatti, una accusa rivista, corretta e aggravata: da tentato peculato a peculato consumato. La nuova accusa non è stata ancora formalizzata ma la Procura ha provveduto a depositare un paio di documenti da cui emerge che una parte dei lavori per la costruzione di Is Arenas sarebbe stata pagata con 350 mila euro del Piano Integrato d’Area Serpeddì-Is Arenas. Insomma, soldi pubblici spesi per liquidare lavori che avrebbero dovuto essere pagati dal Cagliari, cioè da un privato. Il Piano Integrato aveva una dotazione di settecentomila euro. E’ evidente che se questo appesantimento dell’accusa dovesse essere confermato, per Cellino, per il sindaco di Quartu, Mauro Contini, e per l’assessore ai lavori pubblici, Stefano Lilliu, la situazione si complicherebbe e il Riesame potrebbe negare ancora una volta agli imputati la scarcerazione.
OCONFESSIONE - Pesa sulle teste del presidente rossoblù e del sindaco Contini la confessione del costruttore Antonio Grussu, finito agli arresti domiciliari proprio all’inizio di questa complicata vicenda. Il 29 novembre scorso, Grussu, agli inquirenti disse: «Non era stata perfezionata la perizia di variante e dovevano pagarci alcuni lavori fatti e alcune somme anticipate. Trattandosi di lavori che non potevano essere contabilizzati si decise di utilizzare i fondi Pia per pagare con un primo stato d’avanzamento facendo riferimento a categorie di lavori del Pia previsti ma, in realtà non realizzati». Quelle parole hanno indotto gli inquirenti a contestare a Cellino, Contini e Lilliu l’accusa di peculato. La confessione di Grussu è diventato un atto pubblico con l’udienza di ieri presso il Riesame. Così come non sarebbero nuovissimi i documenti che adesso aggraverebbero la posizione degli imputati. In sostanza, ci sarebbe una prova documentale che confermerebbe un versamento a Grussu di 350 mila euro come pagamento per una prima tranche di lavori. Il saldo, invece, sarebbe stato congelato e questa situazione emergerebbe da un secondo documento. PARTITA - La decisione del Riesame era attesa ieri ma poi è slittata ad oggi. Per Massimo Cellino che di partite ne ha giocate tante con la sua squadra, questa è decisamente quella più lunga e anche più difficile. Sono passate già due settimane da quando gli uomini della Forestale lo prelevarono per condurlo nel carcere di Buoncammino. A Cellino (e a Contini e Lilliu) furono contestati i reati di tentato peculato e falso ideologico. Due giorni dopo l’arresto, il presidente del Cagliari comparve davanti al Gip, Giampaolo Casula, e al Pm, Enrico Lussu. Un lungo interrogatorio, nove ore, in cui, assistito dai suoi legali, Benedetto Ballero e Giovanni Cocco, provò a rispondere alle contestazioni degli inquirenti. In quella occasione rinunciò a chiedere gli arresti domiciliari proclamando la sua intenzione di «uscire da uomo libero». Di qui la prima istanza di scarcerazione che il 22 febbraio il Gip non accolse. Ora la parola al Tribunale del Riesame. Intanto, anche il vicepresidente del Cagliari, Marcello Vasapollo, è stato iscritto nel registro degli indagati. Gli sarebbero contestate le violazioni urbanistiche. Durante l'ispezione i Vigili Urbani avrebbero riscontrato la costruzione di opere diverse rispetto al progetto approvato dal Comune. Si tratta di un secondo filone di inchiesta che potrebbe a questo punto congiungersi con il primo per il quale è finito in carcere Cellino.