Corriere dello Sport

Confermata la condanna a morte di 21 tifosi

Negli incidenti di Port Said furono uccise 73 persone. Incendiata la sede della Federcalci­o

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IL CAIRO - Dopo giorni di tensione l'Egitto è ripiombato nel caos. Negli scontri nel centro del Cairo tre persone, fra cui - secondo la stampa egiziana - anche un bambino di 8 anni, hanno perso la vita. Dati alle fiamme un circolo ricreativo della polizia e la sede della Federcalci­o egiziana oltre a due ristoranti di popolari catene di fast food nel centro del Cairo.

A scatenare la nuova ondata di violenze, la decisione del Tribunale de Il Cairo di confermare la sentenza di condanna a morte per 21 imputati del massacro di Port Said, il peggiore della storia calcistica egiziana, nel febbraio 2012. La corte ha anche condannato 24 persone a pene fra l'er- gastolo e un anno di reclusione, ma ne ha prosciolte altre 28, fra le quali 7 dei 9 agenti e ufficiali di polizia accusati di non avere fatto nulla per impedire la strage nella quale hanno perso la vita 73 tifosi della squadra dell’Al Ahly del Cairo al termine della partita contro l’Al Masry. Solo l'ex capo della sicurezza di Port Said e un altro ufficiale di polizia sono stati condannati a 15 anni di prigione. Prosciolti anche due dirigenti del club della città all'imboccatur­a del Canale di Suez. sto in furia e rabbia. Poco dopo la lettura della sentenza è stato assaltato un circolo ricreativo della polizia, davanti alla sede storica della squadra nell'isola di Zamalek e la sede della federacalc­io. Per circoscriv­ere l'incendio, le forze armate hanno messo a disposizio­ne due elicotteri. Diciannove i feriti. Per oggi i «Red Devils», gli ultras dell'Al Ahly, e i «Green Knights», supporter dell’Al Masry, hanno annunciato «la giornata delle vendetta». Il Cairo ha già vissuto la sua dose di violenze mentre a Port Said regna una calma carica di tensione. In mattinata gruppi di manifestan­ti hanno impedito il pasaggio dei traghetti che collegano le due sponde all' imboccatur­a del Canale di Suez. TENSIONE POLITICA - La sentenza di ieri si inserisce in un momento particolar­mente difficile per il Paese. Due giorni fa il Tribunale Amministra­tivo ha annullato le elezioni legislativ­e indette a partire dal 22 aprile per il rinnovo dell'Assemblea del Popolo, perché il presidente egiziano Mohamed Morsi le ha indette senza prima rinviare la legge elettorale alla Corte Costituzio­nale che ne doveva verificare la conformità ai suoi rilievi. Il portavoce della presidenza Ihab Fahmi ha affermato che «i giudizi della Magistratu­ra sono vincolanti e vanno rispettati».

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