Corriere dello Sport

Sassari e la trappola Avellino

Il tecnico Sacchetti: «Non farci schiacciar­e dalla pressione è stata la nostra forza»

- Di Giampiero Marras RIPRODUZIO­NE RISERVATA

SASSARI- Ha 101 gradini la "Stairway to Heaven", la scala per il Paradiso, della Dinamo Banco di Sardegna. Con occhi lucciccant­i i tifosi ne guardano già la sommità dove lampeggia la parola scudetto. Il coach Meo Sacchetti - anche per lui sarebbe la prima volta - continua invece a concentrar­si su un passo alla volta: «E' la mia mentalità, è stata finora la nostra forza. Pensare ad ogni singola partita, senza farci schiacciar­e dalla pressione. La squadra è serena. Adesso c'è Avellino, poi penseremo a Varese. Il primo posto fa piacere ma non è decisivo per il tricolore, perché dopo ci saranno i playoff».

Il leone di Altamura ha salito già 83 gradini (leggi vittorie) da quando è arrivato a Sassari, nell'estate del 2009. Con altri 6 successi è certo di chiudere al primo o al secondo posto, migliorand­o la quarta piazza della stagione passata. I 12 SCALINI - Gli ultimi 12 scalini sono i più ripidi e stretti: sono quelli dei playoff.

«Si giocherà ogni due-tre giorni, alcune squadre sono strutturat­e meglio, come Milano, Siena e Cantù, ma ai playoff ci penseremo una volta chiusa la stagione regolare. Chissà che nel frattempo non produciamo altre sorprese».

Il riferiment­o è alla panchina. Un mese fa Sassari era ad un passo da Stefano Mancinelli: l'acquisto per alzare il tiro delle ambizioni. Il capitano della Nazionale ha scelto Cantù e ha battuto il Banco di Sardegna. Ma da quel momento (e dall'infortunio di Thornton, che oggi rientra) è venuto fuori Jack Devecchi: 8.5 punti nelle ultime quattro gare.

E anche Brian Sacchetti, capace di sdoppiarsi nei due ruoli di ala: per lui un girone di ritorno vicino alla doppia cifra.

«Tre settimane fa ci dicevano che avevamo una panchina scarsa, adesso tutti esaltano i nostri giocatori, ma noi lo abbiamo sempre saputo di cosa sono capaci».

In Sardegna si freme per il duello con l'altra capolista, Varese, tra otto giorni. Ma Sacchetti e la squadra pensano alla trasferta di Avellino, non più in crisi come dimostrano le ultime tre partite interne: sconfitta al fotofinish contro Varese e successi su Cremona e Cantù.

La Sidigas è allenata da Cesare Pancotto, l'allenatore scelto 23 anni fa da Sassari per il debutto in A2: con una « squadra operaia considerat­a la 17ª formazione di serie B » ottenne la salvezza al penultimo turno dopo due supplement­ari contro Forlì.

Anche i precedenti inducono cautela: i biancoblù hanno vinto solo una volta su sette ad Avellino. SQUADRA CAMBIATA - Il tecnico Sacchetti evita confronti con l'andata (102-81 per Sassari) perché avverte: « Hanno rivoluzion­ato la squadra e soprattutt­o hanno ingaggiato Lakovic, un ottimo play che sa far girare la squadra» .

Tra i tanti motivi di interesse c'è proprio la sfida tra lo sloveno e Travis Diener, pronto a tagliare il traguardo dei 500 assist italiani (è a 499) mentre il cugino Drake è a -4 dai 1.000 punti in maglia biancoblù, che otterrà in appena 60 partite. Oltre a Thornton rientra pure il lungo Easley. L'attacco più prolifico e spettacola­re del basket italiano vuole salire un altro gradino di quella scala che porta al Paradiso. Ogni tifoso è pronto a cantare, come Robert Plant dei Led Zeppelin, "Ooh, it makes me wonder": e questo mi meraviglia.

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