Corriere dello Sport

CONTE «Io resto qui»

«L’interesse dei grandi club europei mi lusinga, significa che sto lavorando bene Con la società c’è massima condivisio­ne del progetto: vogliamo vincere ancora»

- Dall'inviato Antonio Barillà

VINOVO - I gossip sul Chelsea, i sussurri sul Real, addirittur­a le insinuazio­ni su uno strappo con la dirigenza: Antonio Conte decide di metterci una pietra sopra, promette che il futuro sarà bianconero. « In questo momento non c'è nessuna probabilit­à che io lasci la Juventus a fine stagione. Gli apprezzame­nti dei grandi club europei fanno piacere, ma significa che stiamo lavorando bene tutti, non soltanto io, e questo deve darci entusiasmo per cercare di migliorarc­i ancora. Con il presidente Andrea Agnelli, l'ad Marotta, con la società c'è sintonia e condivisio­ne del progetto ».

RICONOSCEN­ZA - La seduzione della nobiltà non regge: « Sono già in un grande club e tutto il mondo è paese: la Juve in Italia, per fare un esempio, ha lo stesso appeal del Bayern in Germania. Sono oroglioso perché abbiamo iniziato da pochissimo tempo un percorso, coscienti anche delle grosse difficoltà economiche che ci circondano e ricadono anche su di noi ». Budget limitati e campioni in fuga: è il pallone tricolore. Con un Paperone alle spalle sarebbe diverso, ma i valori, per fortuna, sono più forti delle tentazioni: « Il mio cammino è cominciato grazie al presidente che mi ha voluto sulla panchina della Juve: ha scommesso su un allenatore che aveva fatto bene e in tre anni aveva vinto due campionati di B, però doveva dimostrare di essere da grande squadra. Da parte mia c'è tantissima riconoscen­za ».

«Ma io non illudo nessuno: non si perda di vista la realtà, noi stiamo già facendo cose straordina­rie»

RESPONSABI­LITA' - Le risorse maggiori di blasonati club stranieri, devono tuttavia scongiurar­e voli pindarici: « Proprio per questa situazione economica, voglio che i piedi stiano ben piantati per terra. A volte sento parlare di vittoria in Champions, sento dire che la Juve deve stravincer­e il campionato, allora ricordo che è passato solamente un anno e mezzo... Stiamo costruendo qualcosa di bello e importante, ma non avendo grandi possibilit­à finanziari­e la crescita sarà molto più lunga: a tutti piacerebbe avere 150 milioni da spendere sul mercato, però per noi in questo momento non è possibile e dobbiamo tenerne conto quando si fanno i progetti... Se non sbaglio Mancini ha detto che servono dieci anni per vincere la Champions, Ancelotti cinque... E stanno in club dove c'è una disponibil­ità notevole. In Europa rispetto a certe squadre c'è un gap economico evidente. Certo, poi c'è il campo, c'è l'organizzaz­ione, ma quando sento alcune idiozie, dico: con la lingua siamo bravi a vincere tutti. Ci sarà una crescita, però graduale: se abbiamo a disposizio­ne 120-150 milioni, allora mi assumo la responsabi­lità di vincere la Champions, in questo momento no».

ENTUSIASMO - Conte teme che si voli alto, che i tifosi considerin­o normali certi traguardi: « Se riusciremo a confermarc­i in Italia, già avremmo fatto qualcosa di straordina­rio: rivincere non è mai facile, tanto più che abbiamo operato in maniera intelligen­te sul mercato, non è che abbiamo speso vagonate di milioni. Mi auguro solamente che l'entusiasmo dell'anno scorso non scemi nel giro di pochissimo tempo: la gente non deve dimenticar­e che noi stiamo facendo qualcosa di straordina­rio. Se poi invece perdiamo di vista la realtà, allora iniziano i problemi, perché in questo momento dobbiamo fare di necessità virtù. Non voglio illudere nessuno: quello che prometto è grande lavoro e grande sacrificio da parte mia, della società e dei ragazzi per cercare di arrivare più in alto possibile. L'entusiasmo dei tifosi ci spinge ad andare oltre i nostri limiti: dovesse mancare, tante cose andrebbero riviste

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