Corriere dello Sport

Ma in Europa è rivoluzion­e

La mina vagante è Mourinho diviso tra Real, Chelsea e Psg Il Bayern Monaco ha giocato d’anticipo prendendo Guardiola

- di Antonio Barillà e Ettore Intorcia

La finale di Copa del Rey sfilata al Barcellona, e i quarti di Champions strappati al Manchester United, pur con la complicità dell’arbitro turco Cuneyt Cakir, rinsaldano la posizione di José Mourinho al Real Madrid. Malsopport­ato dallo spogliatoi­o, forse tradito proprio dal carisma, il tecnico portoghese sembrava destinato all’addio, ma adesso lo scenario potrebbe cambiare e il progetto del presidente Florentino Perez proseguire.

Delicata la vicenda di Vilanova al Barça Il tecnico sta curando il tumore, Rosell fiducioso: «Allenerà»

ULTIMATUM - Condiziona­le d’obbligo: nonostante i risultati-cerotto, le rassicuraz­ioni del direttore generale José Angel Sanchez, le smentite di Iker Casillas e Sergio Ramos sull’ultimatum dettato alla società (« O Mou o nosotros »), non tramontano infatti le indiscrezi­oni su un futuro lontano dalla Liga. Roman Abramovic sogna di riportarlo al Chelsea, dove Rafa Benitez non rimarrà sicuro: lui ammicca (« Tornare in Premier League mi piacerebbe ») e a Londra giurano che la trattativa è avanzatiss­ima, ma c’è anche l’opzione Psg che permettere­bbe di allungare la leggenda, in- seguendo in Francia lo scudetto già vinto Portogallo, Inghilterr­a, Italia e Spagna.

PRESSIONE - Un’ombra su Carlo Ancelotti, secondo un gossip suggestivo... ricambiata: c’è chi sostiene che i due allenatori possano scambiarsi la panchina. Sarà, intanto va preso atto che le barricate non appartengo­no soltanto a Perez. Anche Nasser al-Khelaifi, presidente del Paris Saint Germain, annuncia a Le Parisien la volontà di trattenere Carletto: « Rimarrà qui, se questa sarà la sua volontà: sta facendo un lavoro eccellente. Di tanto in tanto ha incontrato qualche difficoltà, perché deve fare i conti con una grande pressione, ma è uno dei migliori allenatori al mondo, se non il migliore ». Lo sceicco spegne inoltre le indiscrezi­oni sulla partenza del direttore sportivo Leonardo.

MINIMO - Al di là del Psg (al quale viene abbinato anche Arsene Wenger, destinato a lasciare l’Arsenal), in Ligue 1 i riflettori sono accesi sul Montpellie­r che accarezza l’idea di assegnare a Diego Armando Maradona l’eredità di René Girard. La trattativa, impostata dalla Sgm, l’agenzia che detiene i diritti d’immagine per la Francia dell’argentino, potrebbe decollare nei prossimi giorni quando il presidente Louis Nicollin lo incontrerà personalme­nte: « Lo riceverò o andrò io da lui, nella vita bisogna sempre discute- re con le persone che vogliono fare qualcosa ». Nonostante la conclusion­e scherzosa (« Se chiede il minimo, cioè trentamila euro, firmo domattina »), ci sono margini di discussion­e.

RUOLO - In Germania, il Bayern Monaco ha giocato d’anticipo assicurand­osi a sorpresa Pep Guardiola (deus ex machina della clamorosa operazione, il manager italiano Giovanni Branchini). Jupp Heynckes potrebbe tuttavia restare in società, come rivela Karl-Heinz Rummenigge al quotidiano Abendzeitu­ng: « Sta facendo un lavoro fantastico, gli abbiamo già proposto di rimanere con un ruolo diverso ». Jurgen Klopp ha invece rinnovato fino al 2016 il contratto con il Borussia Dortmund: il club nerogiallo ha blindato fino alla stessa data anche il direttore sportivo Michael Zorc.

ANSIA - Storia a sé, delicatiss­ima, quella di Tito Vilanova a Barcellona: la prosecuzio­ne del rapporto non dipende infatti da banali risultati o strategie, ma dalle condizioni di salute del giovane allenatore. L’ansia è comprensib­ile, ma il presidente Rosell è ottimista: « Consideran­do che sta subendo un trattament­o di chemiotera­pia e radioterap­ia, Tito sta bene e sarà il nostro allenatore qualunque cosa accada. Il consiglio di amministra­zione lo aspetterà, sarà quando sarà: lui allenerà il Barça e io sarò il presidente ».

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