GIOVANE E AMBIZIOSA LA LAZIO PIU’ INTRIGANTE DELL’ERA LOTITO
Un boom promettente, ha radici solide: acquisti più articolati, strategie meno “emotive”, la conferma dei big (irrinunciabile), una politica che piace. Si vada avanti così, con slancio, senza rinunce. Si vada avanti sull’onda degli arrivi di Felipe Anderson e Perea (gioielli classe 1993 strappati a granai sudamericani), sulla base garantita da gente come Biglia e Novaretti (under 30 di esperienza e carattere). Linea verde e linea sicura, tecnica, qualità, uomini di mentalità vincente: la società s’è data un indirizzo preciso prima dell’avvio della nuova stagione e lo sta seguendo alla lettera. Può nascere una Lazio mai vista nell’era Lotito, più giovane e sempre più ambiziosa, proiettata nel futuro. Perché? Il progetto è stato pensato a lungo termine, non si esaurirà nel giro di un paio di anni (l’opera di rinnovamento è iniziata e dovrà proseguire). L’organico è più snello, non più zavorrato dalla presenza di giocatori fuori progetto (restano da sistemare solo i casi Cavanda e Zarate). La rosa è più completa, finalmente si potrà attingere dalla panchina, le alternative sono vicine al valore dei big. Petkovic avrà più scelte, la mancanza di ricambi ha penalizzato la Lazio negli ultimi tre anni (Lotito vuole affidare a Vlado 21-22 giocatori di pari livello). Se nei finali di annata s’è registrato un crollo sistematico, se la Champions è sfuggita tre volte di fila, le cause non possono essere solo legate a fattori imponderabili: mancavano risorse. Ci sono altri motivi che fanno ben sperare. Quali? La rosa è stata ringiovanita con acquisti di prospettiva, inserendo baby provenienti dal settore giovanile (tornato serbatoio utilissimo), dalla Primavera campione d’Italia. A Onazi e Rozzi in ritiro s’affiancheranno Cataldi, Crecco e Keita. La società ha le idee chiare, in panchina continuerà ad esserci Petkovic, tecnico spettacolare, già vincente. E il mercato non è finito, può regalare altre due-tre pedine all’allenatore bosniaco. Giocatori affamati, giovani, polivalenti, talentuosi e fisicamente prestanti: è questo che occorre a Vlado, maestro di calcio spumeggiante. L’anno del trionfo, l’anno della Coppa Italia di Roma, deve rappresentare un nuovo inizio, una nuova ripartenza con destinazione Champions League.