Addio alla Hack scienziata, tifosa amante dello sport
Margherita Hack ha reso più onore alla terra che alle stelle. Per questo, farisei esclusi, viene ricordata con affettuosa deferenza.
E’ scomparsa come voleva, a 91 anni, senza lunga malattia. Al suo fianco Aldo, il marito, 70 anni insieme, fino a che morte non li ha separati nella notte fra venerdì e sabato nell’ospedale di Cattinara, ad est di Trieste. I suoi titoli scientifici sono innumerevoli, la forza della sua parola nella divulgazione ha calamitato per anni studenti, famiglie e bambini. Ha onorato il suo genere sia con dignità, contro ogni discriminazione di tipo sessista e omofoba, sia con profitto, prima donna a dirigere un osservatorio astrofisico. Rispettava ogni essere senziente, vegetariana dalla nascita, e quindi rispettava il comandamento “non ammazzare” più di tante persone pie. Cresciuta in una famiglia abituata alle letture e alle discussioni sulle letture svolte in un clima culturale aperto alla teosofia e al protestantesimo, era appassionata di sport.
La terra le è servita da pedana per contrastare la forza di gravità. Da piccola si arrampicava sugli alberi del parco del Bobolino come e meglio dei maschi; ha praticato sport, salto in alto e salto in lungo, nella società Giglio Rosso dove è arrivata alle soglie dell’eccellenza. Recentemente ha raccontato di una seduta durissima d’allenamento, durante la Guerra, in cui un allenatore della nazionale provava a perfezionarla nella tecnica, «staccavo troppo presto e arrivavo sull’asticella in parabola discendente». Vinse tre volte i Littoriali, i campionati studenteschi sotto il fascismo e per due volte arrivò terza ai campionati assoluti. Fiorentina e tifosa della Fiorentina (la società l’ha ricordata con un comunicato) seguiva la squadra viola anche da Trieste, dove si è presto trasferita, insegnando all’università dal 1964 al 1992.
I suoi interrogativi sul cosmo, sulla fine e sul principio di tutto sono circoscritti a ciò che si dimostra. Era atea e comunista, scelte (impronunciabili) che ieri in tanti hanno annacquato, per poter così fare a spinte nella foto di gruppo dei commiati dalla quale non si può mancare; è stato perciò un personaggio scomodo e puro se preso sul serio. Amava la bici e il buio che permettono, pedalando, di indagare il tempo e scrutando verso l’alto, di investigare lo spazio. Nel guardare le stelle non trascurava affatto dove mettesse i piedi, anche se, i suoi passi non si sono mai troppo allineati con quelli degli altri. Talete, racconta Platone nel Teeteto, cadde in un pozzo d’acqua mentre osservava i moti dei pianeti. Ne rise un’arguta e graziosa servetta tracia. Margherita Hack, come Talete, era assorta nell’indagare il cosmo, non le sfuggiva, però, il grottesco delle cose del nostro mondo.