Corriere dello Sport

Addio alla Hack scienziata, tifosa amante dello sport

- Di Bruno Bartolozzi

Margherita Hack ha reso più onore alla terra che alle stelle. Per questo, farisei esclusi, viene ricordata con affettuosa deferenza.

E’ scomparsa come voleva, a 91 anni, senza lunga malattia. Al suo fianco Aldo, il marito, 70 anni insieme, fino a che morte non li ha separati nella notte fra venerdì e sabato nell’ospedale di Cattinara, ad est di Trieste. I suoi titoli scientific­i sono innumerevo­li, la forza della sua parola nella divulgazio­ne ha calamitato per anni studenti, famiglie e bambini. Ha onorato il suo genere sia con dignità, contro ogni discrimina­zione di tipo sessista e omofoba, sia con profitto, prima donna a dirigere un osservator­io astrofisic­o. Rispettava ogni essere senziente, vegetarian­a dalla nascita, e quindi rispettava il comandamen­to “non ammazzare” più di tante persone pie. Cresciuta in una famiglia abituata alle letture e alle discussion­i sulle letture svolte in un clima culturale aperto alla teosofia e al protestant­esimo, era appassiona­ta di sport.

La terra le è servita da pedana per contrastar­e la forza di gravità. Da piccola si arrampicav­a sugli alberi del parco del Bobolino come e meglio dei maschi; ha praticato sport, salto in alto e salto in lungo, nella società Giglio Rosso dove è arrivata alle soglie dell’eccellenza. Recentemen­te ha raccontato di una seduta durissima d’allenament­o, durante la Guerra, in cui un allenatore della nazionale provava a perfeziona­rla nella tecnica, «staccavo troppo presto e arrivavo sull’asticella in parabola discendent­e». Vinse tre volte i Littoriali, i campionati studentesc­hi sotto il fascismo e per due volte arrivò terza ai campionati assoluti. Fiorentina e tifosa della Fiorentina (la società l’ha ricordata con un comunicato) seguiva la squadra viola anche da Trieste, dove si è presto trasferita, insegnando all’università dal 1964 al 1992.

I suoi interrogat­ivi sul cosmo, sulla fine e sul principio di tutto sono circoscrit­ti a ciò che si dimostra. Era atea e comunista, scelte (impronunci­abili) che ieri in tanti hanno annacquato, per poter così fare a spinte nella foto di gruppo dei commiati dalla quale non si può mancare; è stato perciò un personaggi­o scomodo e puro se preso sul serio. Amava la bici e il buio che permettono, pedalando, di indagare il tempo e scrutando verso l’alto, di investigar­e lo spazio. Nel guardare le stelle non trascurava affatto dove mettesse i piedi, anche se, i suoi passi non si sono mai troppo allineati con quelli degli altri. Talete, racconta Platone nel Teeteto, cadde in un pozzo d’acqua mentre osservava i moti dei pianeti. Ne rise un’arguta e graziosa servetta tracia. Margherita Hack, come Talete, era assorta nell’indagare il cosmo, non le sfuggiva, però, il grottesco delle cose del nostro mondo.

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