Corriere dello Sport

Prandelli conta i superstiti

«Siamo in difficoltà, non abbiamo recuperato. Abbiamo idee, ma non certezze»

- Dall’inviato Andrea Santoni RIPRODUZIO­NE RISERVATA

SALVADOR - Sant’Antonio, poi San Giovanni, ora San Pietro. Salvador non si risparmia, di festa in festa, di «forrò» in birra, questo periodo è il più straordina­rio «manicomio» che uno possa immaginare. A Prandelli basterebbe votarsi a uno dei tre santi per cercare di chiudere in piedi questa Confederat­ions, che oggi alle 13 locali (?!) gli metterà di fronte l’Uruguay di Cavani. Senza più mezza squadra (Balotelli, Abate, Barzagli, Pirlo, Marchisio, con De Rossi, Gila, Chiellini semisfinit­i), dopo le gloriose sconfitte con Brasile e Spagna, stasera a contenders­i la Coppa delle Confederaz­ioni, il ct solo stamattina metterà insieme la squadra a caccia del terzo posto. L’idea è quella di una difesa a quattro, davanti a Buffon, con Maggio e De Sciglio esterni e Bonucci (più di Chiellini) e Astori (al debutto) centrali. Poi dovrà tirare le somme: possibile centrocamp­o con De Rossi davanti alla difesa, Candreva e Montolivo (o Aquilani, perché Giaccherin­i ieri ha interrotto l’allenament­o) più Diamanti alle spalle di Gilardino e El Shaarawy. A complicare le cose ci si è messa l’inutizzabi­lità del terreno del Fonte Nova (inzuppato da un nubifragio) con rifinitura nel Barradao, stadio del Vitoria.

«Io con lui ho parlato anche a Coverciano: è arrivato vuoto, provato mentalment­e più che stanco fisicament­e, dopo una stagione in cui lui ha speso tanto. E per ripartire in certi casi, per riproporti, devi metterci carattere, devi saperti ricaricare». Vediamo quello che succede contro l’Uruguay. PRIMO BILANCIO - Al di là del singolo, c’è l’ultimo atto che impegna il ct: «Preparare questa partita è anche più difficile sul piano tattico rispetto alla vigilia con la Spagna. Ma anche questa volta proveremo qualcosa...». E quando arriva la domanda «internazio­nale» sulla possibilit­à di vedere un’Italia al prossimo Mondiale capace di cambiare modulo e faccia per ogni partita in programma, il ct si illumina: «Sogno giocare di poter giocare 7 partite, fino alla finale, con 7 moduli diversi... La Spagna per esempio ci ha fatto grandi compliment­i per come eravamo riusciti a metterli in difficoltà. Il calcio è movimento, bisogna saper cambiare, mantenendo la propria filosofia. Mi piacerebbe, ma in Italia non siamo ancora pronti». NELLA VALIGIA - Il ct ha già quasi fatto la sua valigia: «Dentro ci ho messo l’orgoglio per quello che abbiamo fatto. Eppoi la 100ª partita di Pirlo al Maracanà: è stato un gioiello, non ha sbagliato niente. E la convinzion­e che dovremo arrivare fisicament­e pronti». In questo senso Prandelli ha confermato quanto anticipato: «Noi ai club non chiederemo stage. Ma la possibilit­à da gennaio a maggio di avere almeno tre volte la possibilit­à di testare i giocatori, per capire come stanno. Una cosa è poter fare questo screening a maggio, come ci è successo, una cosa è seguire la condizione dei singoli in un periodo più lungo, per avere il quadro esatto e poter fare le scelte giuste». L’ultima battuta è per Brasile-Spagna: «Sarà una finale entusiasma­nte. Si confrontan­o due filosofie diverse. Il Brasile ha dimostrato la forza del gruppo, la Spagna è da anni al vertice. Se il Brasile terrà alto il ritmo potrà vincere». PAROLE - Prima, nel gelo della sala stampa del Fonte Nova il ct aveva fatto il punto della situazione: «In questo momento siamo in difficoltà, non abbiamo recuperato, abbiamo idee, ma sui nomi è difficile dare certezze». Una cosa è chiara. Lui questa partita la deve giocare, anche se non vorrebbe ( «Che senso ha un 3°-4° posto, in un torneo a 8, in questa fase della stagione?» ), e non vuole buttarla. Questo vale in particolar­e per El Shaarawy, che teoricamen­te qui avrebbe dovuto fare coppia con Balotelli e ha invece finito per giocare solo 18 minuti finali contro il Brasile. E, mentre accarezza De Sciglio, l’altro baby azzurro di questa Confederat­ions, il ct scuote il Faraone:

MAGGIO

URUGUAY - Tabarez non cambia quasi nulla della sua squadra, affidandos­i al tridente pesante, formato da Forlan, Suarez e Cavani.

ITALIA - Prandelli deve inventare una squadra gravata da infortuni e fatica, solo stamattina scioglierà i numerosi dubbi. In attacco dovrebbe giocare El Shaarawy dal primo minuto. Regolament­o: in caso di parità al 90’, supplement­ari ed eventuali rigori.

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