Maniscalco si riprende l’oro
MERSIN - Quanti sapori ha l’oro vinto ieri da Stefano Maniscalco. Quanta forza mentale c’è dentro a questa medaglia. L’Edip Buran Sport Hall di Mersin ieri mattina era una bolgia infuocata. Sul tatami nella finale per la categoria +84 kg di karate, c’erano di fronte l’azzurro e l’atleta di casa, il turco Enes Erkan, un bisonte di 198 centimetri per 107 chili (contro i 190 cm per 100 kg dell’azzurro), campione del mondo e d’Europa in carica.
Proprio da lui il nostro karateka aveva perso lo scorso maggio al termine della finale dell’Europeo di Budapest. Una sconfitta che Maniscalco non aveva digerito. Ma l’idea di prendersi la rivincita ai Giochi del Mediterraneo, proprio nella tana del lupo, era davvero un azzardo. «La sconfitta all’Europeo mi bruciava dentro. Sono venuto qui per vendicarla», racconta l’azzurro che ha vinto con un risultato netto, 7-1. Una superiorità frutto anche dell’esperienza di Maniscalco che è stato due volte campione del mondo, prima nel 2006 poi nel 2008, proprio a Tokyo, nella nazione in cui questa arte marziale è nata.
Per la Turchia il karate è sport nazionale, dopo il calcio e il basket. In questa manifestazione, su otto ori disponibili, i padroni di casa ne hanno conquistati sei, perdendo solo nella categoria under 61 kg donne (da un’egiziana) e nei supermassimi, appunto.
Si potrebbe pensare che questa disciplina antichissima, nata in Giappone, sia prerogativa dei paesi orientali. E invece ai Giochi del Mediterraneo partecipano le nazioni più forti al mondo. «Con l’Italia tra i paesi leader ci sono Turchia, Egitto, Spagna e Francia - ricorda Mani- scalco - in una disciplina che è la più completa tra le arti marziali. E’ uno sport spettacolare che meriterebbe di essere ammesso ai Giochi olimpici». In Egitto il karate ha due milioni di praticanti, in Turchia un numero analogo, in Algeria è il secondo sport più popolare dopo il calcio.
Gira la voce che la Federazione turca abbia messo in palio una somma di 150.000 euro per la vittoria di un oro in questa disciplina. Una cifra enorme per questo paese e che rappresenterebbe un incentivo straordinario per gli atleti. «Per me in palio c’era solo la voglia di vincere e di rappresentare al meglio l’Italia», commenta Maniscalco laconico. ORO SOTTO RETE - L’altra impresa della giornata l’ha compiuta la nazionale maschile di pallavolo che, con una squadra under 23 guidata da Andrea Giani, ha vinto il torneo battendo in finale la nazionale titolare della Tunisia. Una gara in cui l’Italia ha lasciato il primo set agli avversari per poi dominare nel secondo e nel terzo, sprecando due match point nel quarto. Il quinto set è andato avanti punto a punto fino al 15-13 che ha liberato la gioia degli azzurrini. «Per tanti di questi ragazzi si trattava della prima volta con la nazionale - ha detto Giani a fine gara - abbiamo regalato il primo set e pagato l’inesperienza giocando male».
Mentre la Nazionale maggiore di Berruto è impegnata nella World League, il gruppo di Giani si è fatto le ossa in questo torneo. «Ci sono ragazzi del ‘91 o ‘92 che saranno di prima fascia molto presto. Bisogna dargli il tempo di crescere e questa vittoria per loro è una tappa importante. Il prossimo anno tanti saranno titolari in A1». Giani, tre volte campione del mondo e due volte argento olimpico, ha imparato a stare fuori dal campo. «I punti li fanno loro, io posso solo dare poche informazioni ma giuste nei momenti difficili. Oggi ci sono riuscito».