Corriere dello Sport

ANNO DOPO ANNO I GUAI DELLA ROSSA RESTANO GLI STESSI

- Dall’inviato m.e. RIPRODUZIO­NE RISERVATA

SILVERSTON­E - Ma certo che questa Ferrari è migliore di quelle degli ultimi anni. Più evoluta, più innovativa, più soffice nelle linee, più dura a sputare l'anima. Eppure rimane una Ferrari del suo tempo, di quelle che sbocciano e poi sfioriscon­o con l'avanzare della stagione da quando non c'è più Rory Byrne a curarle. La F138 sa andare bene quando ha la luna nella posizione giusta. E' perfino in grado di sbaragliar­e il campo, di essere la macchina più veloce. Ma, appunto, deve avere la luna da una parte e possibilme­nte il sole da un'altra, il vento a spirare dal mare, l'acqua a sussurrare dalla direzione giusta. Come una casa cinese orientata secondo l'arte del feng shui. Questione di temperatur­e troppo basse, per noi e per la Lotus. Così dicono, e intanto le Red Bull, ma anche le Mercedes, scintillan­o in qualificaz­ione come postini di sua maestà, con il sole e con la pioggia, al freddo e alla canicola. Così dovrebbe fare qualsiasi macchina, non solo quelle con le ruote sporgenti e a forma di aeroplani rovesciati. I difetti fondamenta­li nelle Ferrari delle ultime generazion­i restano gli stessi, il ristrettis­simo intervallo di condizioni in cui danno il meglio, il cronico fiatone sul giro veloce, la scarsa sensibilit­à ai migliorame­nti che si cerca di apportare nel corso del campionato. Aggiungiam­oci il fatto che Alonso non attraversa il periodo di forma più vivace della sua vita. La tensione sta salendo all'interno di quella pentola ribollente che è da sempre la Ferrari. Non resta che attendere l'estate vera. Purché poi non ci raccontino che fa troppo caldo per gareggiare.

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