Corriere dello Sport

POKER ITALIA

- Di Gabriele Marcotti

LONDRA - L'Italia cala il poker sui prati di Church Road. Dopo Flavia Pennetta e Karin Knapp, ieri anche Roberta Vinci e Andreas Seppi sono approdati alla seconda settimana di Wimbledon. Una vera impresa, senza precedenti ai Championsh­ips. Mai così tanti azzurri agli ottavi. E solo due volte negli altri Slam, l'Italia della racchetta aveva fatto meglio: nel 1946 (sette giocatori) e nel 1960, sempre al Roland Garros. Al fianco delle solite "donne", immancabil­e eccellenza del tennis tricolore, c'è Seppi, il quinto italiano di sempre ad andare così lontano a Londra. Dopo la semifinale di Nicola Pietrangel­i (1960), i quarti di Adriano Panatta (1979) e Davide Sanguinett­i (1998), 13 anni dopo gli ottavi di Gianluca Pozzi, ecco l'altoatesin­o di Caldaro. Che nell'ennesima maratona prevale sul giapponese Kei Nishikori, testa di serie n. 12 e 11 del mondo. Per la settima volta nel 2013, e la seconda in questo torneo, Seppi trascina il match al quinto set per poi vincerlo. Raddrizzan­do una partita che dopo il passaggio a vuoto nel tiebreak del terzo set sembrava essergli sfuggita di mano. « I primi set sono stati in equilibrio, ma ho giocato male il tiebreak della terza partita. Meno male che non mi sono agitato e ho ripreso a spingere subito, all'inizio del quarto». Quando ha fatto la differenza la tenuta mentale e la condizione atletica di Andreas che ristabilis­ce la parità d'autorevole­zza prima di trovare il break decisivo nel settimo gioco del set decisivo, dopo due ore e 55'. « Non so se sto giocando il mio miglior tennis sull'erba perché ricordo ancora i match contro (Marat) Safin e (Andre) Agassi e avevo giocato davvero bene. Oggi probabilme­nte sono più maturo

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