Corriere dello Sport

Italia, è Buffon il nostro Salvador

Agli azzurri la finalina di Bahia: Cavani risponde ad Astori e Diamanti poi tocca a un Gigi mondiale. Ipnotizza tre volte i sudamerica­ni ed è bronzo

- Dall’inviato Andrea Santoni

SALVADOR - A quattro zampe, in fila per tre col resto di due. Facciamoci pure una canzoncina per bambini, di questa Confederat­ions. La verità è che per l’Italia è stata una cosa da grandi. Grande come quel signore che dovrebbe stare seduto in panchina e che invece la dirige in piedi a bordo campo, come alla play station, pure con le pile scariche: Cesare Prandelli. Senza mezza squadra (da Balotelli a Pirlo), contro un Cavani monumental­e, dopo essere andata in vantaggio due volte (Astori e Diamanti), mai abbastanza per il Matador, in cima ad altri 120 minuti, dopo quelli contro la Spagna, ai rigori Gigi Buffon ha deciso che era giusto mettere tutti d’accordo. Tre parate vere su Forlan, Caceres e Gargano, tanto da rendere veniale l’errore di De Sciglio, mentre Aquilani, El Shaarawy e Giaccherin­i, sempre lui, facevano il proprio dovere, e l’Italia vicecampio­ne d’Europa torna a casa con un bronzo confederal­e pieno di suggestion­i positive. Sappiamo che da qui a un anno la Nazionale potrà tornare il Brasile per non stare a guardare. ULTIMO SFORZO - Per l’ultimo sforzo alla fine sull’erba prima asciugata da sole bahiano dell’Arena Fonte Nova e irrigata prima del match alla moda spagnola, Prandelli, fatti gli ultimi test, schiera comunque Chiellini dietro (con Maggio e De Sciglio larghi e con Astori, al debutto confederal­e), De Rossi in mezzo (con Candreva e Montolivo) e Gilardino prima punta, con El Shaarawy (prima volta con due punte in questa trasferta brasiliana) supportati da

(Ap) Diamanti. Altro cambio di schema insomma, nella quinta partita di Confederat­ions. Uruguay con una sola novità, comunque “italiana”: dentro l’interista Gargano per il bolognese Perez. Tabarez conferma il suo tridente Forlan-Suarez-Cavani. E si parte. Capendo subito la ragia del match. Da una parte c’è un’organizzaz­ione di gioco, quella azzurro, dall’altra la necessità di sfruttare i tre craque uruguaiani: Forlan, Suarez e soprattutt­o Cavani. Passato al 4-3-1-2, in questo caso la direzione dei tempi la dà un De Rossi straordina­rio, che con i ritmi consoni al caldo, fa scorrere spesso palla bassa, appoggiand­osi a sinistra dove De Sciglio è bravo a non patire la pressione di Suarez. Gioca l’Italia, replica l’Uruguay, magari da lontano (soprattutt­o Forlan, ma anche il pistolero del Liverpool). La palla migliore capita a Candreva in percussion­e ma la partita la sblocca Diamanti (23'), complice Muslera. Punizione formidabil­e, palla su palo e schiena del portiere spiazzato e tap in di Astori. SALITA - Ma è destino che questa Confederat­ions per l’Italia debba essere quella dello sfinimento. E’ naturalmen­te Cavani a rimettere tutto in discussion­e. Prima sfruttando da imperatore del gol, un errore in disimpegno azzurro, trasformat­o in contropied­e da Gargano (13'st), poi replicando su punizione al nuovo vantaggio italiano, segnato da un’altra parabola mondiale di Diamanti. Volano borracce in campo, i muscoli si marmorizza­no. Servono i supplement­ari, dove c’è spazio anche per un rosso (doppia ammonizion­e) per Montolivo. E alla fine l’Italia trova la gloria che merita, andando oltre la trappola dei rigori.

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Cesare Prandelli, è terzo posto azzurro

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