Corriere dello Sport

CUORE E CARATTERE GLI AZZURRI TORNANO A CASA CON PICCOLE GRANDI CERTEZZE

- di Alberto Polverosi

In trentadue giorni abbiamo giocato quasi 9 partite, 8 intere più 60 minuti divisi in 4 tempi supplement­ari e negli ultimi 10' anche con un uomo in meno. Tranne la prima, tutte le altre erano in calendario a giugno, quando, negli anni dispari, i giocatori sono serenament­e in vacanza. Abbiamo retto, sbandato, dominato, subìto, perso, vinto, giocato bene e anche male, ma abbiamo sempre giocato con orgoglio, con carattere, qualità e forza. Non ci siamo mai arresi, nemmeno ieri, quando siamo arrivati a una finale che nessuno voleva (né Prandelli, né Tabarez) contro un’avversaria che aveva un giorno in più di riposo e 30' di supplement­ari in meno. Abbiamo incontrato l’Uruguay senza Balotelli e Abate, già a casa, senza Pirlo, Barzagli, con mezzo De Rossi (ma per un’ora è stato un gigante). Nel primo tempo abbiamo giocato a un ritmo doppio della Celeste, nel secondo siamo scomparsi di scena per un quarto d’ora, poi ci siamo aggrappati all’orgoglio e quando eravamo a un passo dal tracollo siamo rinati. Questa squadra ha uno stile di gioco, ma soprattutt­o uno spirito vero, uno spirito molto italiano, interpreta­to a San Salvador da De Rossi, Montolivo e Chiellini. Ci siamo imbattuti in un fenomeno, a noi noto e ai napoletani anche caro, Edinson Cavani. Con la sua doppietta (terzo gol nelle ultime due partite) ha chiuso la stagione 2012-13 con 44 gol in partite ufficiali, ma soprattutt­o ha tenuto in gioco la Celeste fino ai rigori. Ha segnato pure su rigore (non gli càpita spesso), ma quell’ultima rete è stata inutile perché alla fine Buffon ha azzerato tutte le speranze uruguayane.

Ai rigori abbiamo vinto la partita che contava di meno, però torniamo dal Brasile con alcune notizie preziose e sotto questo profilo siamo avvantaggi­ati rispetto alle altre nazionali europee, Spagna esclusa. L’indicazion­e più importante è per Prandelli: per Brasile 2014, più della squadra sarà decisiva la lista dei 23. Non potrà esserci un solo giocatore in condizioni fisiche incerte, nessuno potrà essere aspettato durante il Mondiale, servono 23 giocatori in splendida forma atletica. Le altre notizie sono tecniche. Ora sappiamo che De Sciglio può stare benissimo in questo gruppo, che De Rossi quando vede Prandelli si illumina di immenso, che Candreva è un giocatore da far entrare in pianta stabile in squadra, come esterno o come interno, che Giaccherin­i è piccolo solo di statura, ma grande di gambe e di polmoni, che Gilardino non ha dimenticat­o come si gioca a questi livelli e che Diamanti, con quel sinistro, può incollare partite che stanno per rompersi. Ci restano dei dubbi che la partita di ieri non ha risolto: da chi e da cosa è stato inghiottit­o El Shaarawy? E perché Prandelli l’ha tenuto in campo, togliendo Diamanti (che non stava male, anzi), fino al 120'? Certo, ha messo dentro il rigore, ma la crisi lo ha segnato quando era in pieno decollo.

Torniamo con le certezze sul conto dei nostri vecchi, di gente come Buffon che ieri ha deciso la finale per il 3° posto imitando il Toldo di 13 anni fa in Olanda. Dobbiamo sperare che Pirlo non molli nella prossima stagione, perché il faro resta lui. E che accanto a Balotelli venga trovato l’attaccante giusto. Potrebbe essere Osvaldo con la testa sana o Beppe Rossi con le ginocchia sane. Abbiamo un anno di tempo per preparare il vero Brasile, ma intanto hanno già visto di che pasta siamo fatti.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy