Ecco Llorente: «Che gioia»
TORINO - Astraendo un paio di Primavera - la meteora Yago Falqué, l'attuale gioiello Paul Garcia Tena -, nella storia bianconera c'è stato un solo spagnolo: Luis Del Sol, centrocampista, alla Juve dal '62 al '70, così grande da meritare una stella nella Walk of fame dello Stadium. Da oggi, avrà un erede di spessore: Fernando Llorente da Pamplona. Rilevato a parametro zero, ha sottoscritto un quadrienna- le ed è stato annunciato ufficialmente già il 24 gennaio, però è stato necessario attendere la naturale scadenza del contratto con l'Athletic Bilbao, la società in cui è cresciuto e in cui ha giocato sempre, esclusa la stagione in prestito nella squadra satellite del Baskonia. EMOZIONI - Ieri il suo ultimo giorno rojiblanco, sottolineato dal club con una breve nota di ringraziamento e di auguri condivisa con Fernando Amorebieta, passato al Fulham: poche, formali righe per mettere una pietra su diciassette anni di carriera, a testimonianza di un epilogo nervoso e malinconico: l'Athletic non ha accettato la scelta di Fernando di cercare emozioni nuove, di coltivare ambizioni diver- se, di misurarsi in altre dimensioni, così gli ultimi mesi sono stati uno stillicidio di tensioni con dirigenti, tecnico e tifosi. Da oggi, dopo 333 presenze e 118 gol nell'Athletic, volta pagina. El Rey Leon sbarcherà alle 14 a Caselle e prenderà contatto con la sua nuova città, dividendosi tra visite mediche, presentazione (domani alle 16 nella sala conferenze dello Stadium) e ritagli da turista. SCAMPOLI - «Non vedo l'ora di cominciare la mia nuova avventura» ha confidato Llorente in Spagna, e che non sia una frase fatta è dimostrato dall'aver scavato, in questi giorni di vacanza, ore di lavoro con un personal trainer: oltre che uno stillicidio di tensioni, la sta- gione appena conclusa si è risolta infatti in una collezione di scampoli di partite, perciò Llorente ha ritenuto opportuno affrontare qualche sacrificio per presentarsi al top, tra undici giorni, nel ritiro di Chatillon. Entusiasta: «La Juve è la più forte squadra italiana e una delle più forti in Europa» . Ambizioso: «Il progetto è spettacolare, ci sono tanti nazionali: credo che la società voglia tentare di vincere la Champions» . Sincero: «Non avrei mai pensato di lasciare l'Athletic, ma le cose sono andate diversamente» . E determinato, grazie alla Juventus, a riprendersi la Nazionale nell'anno del Mondiale: l'ultimo, in Sudafrica, lo ha vinto.