Corriere dello Sport

La finalista 2007 per Karin, ancora in credito con la sorte

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LONDRA - Ha già centrato il suo miglior risultato in una prova dello Slam. Ma l'impression­e è che Karin Knapp sia ben lontana dal sentirsi appagata. Troppi anni le sono scivolati via senza che potesse dire la sua. Condiziona­ta da una serie impression­ante di infortuni che l'altoatesin­a ha esorcizzat­o solo da un paio di stagioni. E in questa prima settimana di Wimbledon il destino le ha restituito un po' di quanto negatole in passato. Il destino, ma anche il lavoro. Perché per ritornare una giocatrice di prima fascia, Karin è ripartita da capo. Da Anzio, dai tornei Itf, rimettendo tutto in discussion­e. A cominciare dal suo stare in campo. Continua a picchiare la palla, ma non sempre. È più lucida e sa pazientare. In una parola, è maturata. Così, proprio nel giorno del suo 26º compleanno, si è fatta il regalo più bello: la vittoria sulla portoghese Michelle Larcher De Brito, già giustizier­a di Maria Sharapova, le ha spalancato le porte della seconda settimana dei Championsh­ips. In carriera aveva raggiunto due volte il terzo turno (Roland Garros, 2007 e 2008), ed è anche stata n. 35 al mondo. Oggi c'è la sfida con Marion Bartoli, testa di serie n.15 e già finalista qui nel 2007. Ma Karin a suo modo ha già vinto il suo torneo: ha avuto la certezza di essere tornata competitiv­a.

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