Bakelants, un secondo prezioso
Ad Ajaccio si salva da Sagan ed è il nuovo leader della corsa
Nel giorno di Jan Bakelants (primo) e di Peter Sagan (secondo), è rimasto solo il ricordo del grottesco episodio dell'autopullman incastrato sotto il pannello dell'arrivo a Bastia. Un ricordo che va inevitabilmente a riflettersi nell'umore del distratto autista del veicolo coinvolto che si è visto affibbiare dal collegio di giuria una multa di 2.000 franchi svizzeri (circa 1.600 euro). E sono rimaste un ricordo anche le cadute che nella stessa tappa di sabato avevano drammaticamente segnato i chilometri finali: dei lividi su costato, braccia e gambe sono rimasti segnati i soli Contador e Martin. È invece rimasta viva la decisione dell'azzeramento dei distacchi, dovuto alle apparecchiature di cronometraggio mandate in tilt dal pullman-invasore, e permane di conseguenza il malcontento in quei corridori che si sono visti danneggiati dalla salomonica decisione della giuria. COSÌ IERI - Alla luce di questi episodi, non ultima la ridicolizzazione del grande apparato della Grande Boucle, c'era necessità che il Tour si riabilitasse, che l'organizzazione si riavvicinasse ai corridori e che nel contempo i 198 atleti che stanno interpretando la corsa si inventassero una tappa graffiante, combattuta, in grado di determinare una prima, forte selezione. Ebbene, la strada, i 156 km da Bastia ad Ajaccio infarciti di salite anche impegnative, hanno garantito le attese in quanto la tappa si è presto infiammata finchè nelle avanguardie della corsa sono rimasti tutti gli uomini di classifica con i rispettivi fedelissimi mentre la maggior parte dei velocisti è finita irrimediabilmente nelle retrovie con distacchi che all'arrivo hanno superato anche il quarto d'ora.
Il pesce più grosso finito nella rete dell'affanno è sicuramente Mark Cavendish, che dopo appena due giorni di corsa si è visto diminuire percentualmente le possibilità di lottare per la maglia verde della classifica a punti, mentre il suo avversario più ostinato, Sagan, sembra stia facendo seriamente, in quanto ha imparato a destreggiarsi anche in salita. Ma oltre che con il velocista-principe Cavendish, la tappa è stata perfida anche con il tedesco Kittel, vincitore nel giorno inaugurale e prima maglia gialla di questo Tour: in classifica è retrocesso dal 1° al 142° posto a 17'35''. Fra gli staccati anche l'iridato del tic-tac Tony Martin, baby Danny Van Poppel (20 anni, figlio d'arte), il campione olandese Hoogerland e Greipel.
Dopo una fuga a lunga gittata di Kadri (il francese vincitore del Giro del Lazio), Boom, Perez Moreno e Veilleux, il gruppo si è ricompattato per qualche km. Poi hanno acceso le polveri Voeckler e Rolland e mentre i velocisti si immolavano al sacrificio, sull'ultima salita è nata l'azione decisiva promossa da Gautier, sul quale ha chiuso in maniera dimostrativa Froome. Quindi sono partiti a manetta Bakelants, Izaguirre, Flecha e Mori. Ultimo km: tutta la Cannondale a lanciare l'inseguimento per Sagan, tre fuggitivi si sono arresi, Bakelandts no. E il fiammingo 27enne della Radioshack è riuscito a imporsi quando già sentiva soffiare il fiato di Sagan alle spalle. Fra i piazzati anche gli italiani Cimolai 4°, Francesco Gavazzi 7°, Bennati 9° e Favilli 11°. OGGI - Nella 3ª tappa, Ajaccio-Calvi di 145 km, oggi ci sono 4 GP della montagna: l'ultimo il Col Marsolino, 3300 m. di lunghezza, 8.1% di pendenza ai -12 all'arrivo.