INTERVENGANO MALAGÒ E TAVECCHIO
«C hi vuole la tecnologia non ha mai giocato al calcio». Caro Platini questa è l’ennesima buccia di banana sulla quale scivoli perché, senza i tantissimi spettatori non praticanti, magari il calcio non sarebbe il fenomeno mondiale che garantisce così tanti guadagni ai pochi che lo giocano a certi livelli. Meno snobismo da parte del presidente dell’Uefa sarebbe auspicabile. Ancora discutiamo la tecnologia? Un recente studio ha garantito la soluzione certa di 357 casi rivisti alla moviola su 368 con una percentuale di soddisfazione del 97,1 per cento. Mica male, ma visto che le persone preposte al cambiamento non mutano opinione, la speranza è che ci sia un cambio generazionale che affronti il problema in maniera drastica. Ma è difficile lasciare certe poltrone. Guardate Marcello Nicchi, il presidente degli arbitri. Sta facendo di tutto, come spiega dettagliatamente all’interno del giornale il nostro Edmondo Pinna, per ottenere la terza rielezione. Ma quali sarebbero i suoi meriti? Non stiamo mica parlando di un dirigente come Giulio Campanati soprannominato il “presidentissimo” per la sua lunga carriera e per aver aperto al confronto e alla condivisione. Intervengano il presidente federale Carlo Tavecchio e il presidente del Coni Giovanni Malagò per quanto sta succedendo al vertice dell’Aia. A prescindere dal feudo Nicchi, da anni chiediamo un diverso modello arbitrale. Meno protagonismo alla Collina o alla Rizzoli e più propensione al dialogo come dimostrato con un clamoroso atto di coraggio da Rocchi dopo una sciagurata esibizione. Risulterebbero più comprensibili gli errori e il direttore di gara diventerebbe sempre più quella figura invisibile, sì proprio invisibile, che consentirebbe alle squadre di ergersi a unici attori sulla scena. Abbiamo più volte affermato che gli arbitri hanno il diritto di sbagliare, ma proprio per questo motivo devono essere aiutati a farlo sempre meno. Perché non ascoltare le tante voci silenti interne alla categoria che solo per paura di ripercussioni da parte dei loro dirigenti non esprimono le proprie critiche su una gestione chiusa e arrogante? Non troviamo giusto che, nel momento in cui i tanti “non praticanti” che guardano le partite e che Platini snobba chiedono più modernità di mezzi tecnologici, ci sia chi voglia a tutti i costi allungare la propria deprimente striscia di potere.