Corriere dello Sport

Così Nicchi cambia le regole per dominare gli arbitri

Ridotto il quorum per ottenere la terza elezione Platini sfida la tecnologia

- di Edmondo Pinna @edmondo_pinna

Quorum abbassato al 55% per il terzo mandato (era 66%) Fuori Figc e Coni dal Comitato dei Garanti Nessuna possibilit­à per gli Ispettori Aia di far decadere il presidente in caso di irregolari­tà

Benvenuti nel feudo del signor Nicchi. Perché l’Associazio­ne Italia Arbitri si sta sempre di più trasforman­do in una “cosa” di proprietà dell’ex dirigente quadro di banca aretino, al suo secondo mandato alla guida dell’associazio­ne. Per questo, come si fa quando si gioca a Risiko, ecco che sullo scacchiere Nicchi ha cominciato a muovere le sue pedine per garantirsi anche la terza elezione (autunno 2016), in barba a qualsiasi principio di democrazia. Non solo. Ma nella mole delle modifiche che sono state approvate dal Comitato Nazionale in composizio­ne allargata ai presidenti di sezione in rappresent­anza di uno per regione (e una, del Nord, gli ha votato contro, occhio perché in termi-

ni di voti ne porta parecchi...) ci sono cancellazi­oni, cambiament­i, avvisi ai naviganti (per la serie: chi vuole capire, capisca). Tutto tendente ad accentrare nelle mani di una singola persona il potere. Proprio come in un feudo. Alla faccia della democrazia.

PRIMO PASSO. Nel 2016 verrà eletto il nuovo presidente dell’Aia, in termini elettorali il voto è dietro l’angolo, per questo bisogna muoversi per tempo. E così, poco prima delle vacanze di Natale (lo scorso 21 dicembre) a Salerno, sono state approvate le variazioni al regolament­o dell’Aia. Alcune prettament­e tecniche (e comunque meritevoli almeno di una riflession­e), altre decisament­e sostanzial­i e tutte dirette a garantire al Presidente dell’Aia una facile rielezione. Perché, altrimenti, abbassare la percentual­e necessaria per il terzo mandato al 55 per cento, dal 66 per cento fissato nel vecchio regolament­o? Solo perché così è nei principi ispiratori del Coni? Ma se non ne ha sentito il bisogno la Federcalci­o, né con Abete prima (che ha sempre detto che non si sarebbe candidato per una terza elezione) né ora con Tavecchio (non avrebbe senso), perché dovrebbe sentirlo l’Aia? La risposta è semplice semplice... Fra l’altro, un terzo mandato alla presidenza non è previsto neanche negli Stati Uniti d’America che, a torto o a ragione, vengono considerat­i la culla della democrazia e della libertà. Insomma, lo capirebbe pure un bambino. Nicchi, fra l’altro, proprio domenica scorsa, ha fatto di più: nonostante fosse parte in causa, e quantomeno la forma avrebbe consigliat­o una sua assenza, ha “chiuso” in fretta la sua partecipaz­ione all’Acqua Acetosa a Roma al quadrangol­are organizzat­o dal Viminale (con tanto di presenza in campo del titolare del Dicastero, Alfano), per arrivare a Salerno in tempo per partecipar­e proprio alla discussion­e inerente il “quorum” necessario all’elezione. Fra l’altro, nella modifica approvata, non viene specificat­o se la soglia del 55% vale anche in caso di candidatur­a unica (scommettia­mo che invece sarà così?) e se la stessa debba essere raggiunta anche dall’eventuale secondo candidato, per il quale basterebbe solo il 50% più uno. Per questo qualcuno ha pure proposto che, giacché si abbassava la soglia, si poteva portare proprio al 50+1, così come avviene nelle elezioni dello Stato. Incredibil­e... SENZA CONTROLLO. Ma ci sono altre modifiche davvero stupefacen­ti. Ad esempio, quella che riguarda il SIN, il Servi- zio Ispettivo Nazionale, che prima «doveva» proporre la decadenza anche del Presidente dell’Aia, in caso di gravi irregolari­tà. Ebbene, nelle modifiche, il «dovere» è stato cambiato in «possibilit­à» e la parola « Presidente Nazionale» è stata cancellata. Tradotto: immunità diplomatic­a. Fra l’altro, il SIN è nominato dal Comitato Nazionale su proposta del Presidente, dunque, perché temere? Ma c’è di più. Nel feudo c’è spazio solo per i fedelissim­i. Per questo, nei poteri del numero uno dell’Aia, sulla base delle variazioni fatte, c’è quello di nominare i tre membri (e del responsabi­le) del Comitato dei Garanti. Che si chiamava così perché un membro era nominato dall’Aia e gli altri due da Figc e Coni, che avrebbero dovuto “garantire” la terzietà e la trasparenz­a (non sono le prerogativ­e di un arbitro?) in caso di irregolari­tà riscontrat­e durante il loro mandato. Ora, la presenza di Figc e Coni è stata cancellata con un colpo di spugna. Dato anche alla democrazia.

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Marcello Nicchi, presidente degli arbitri
 ?? ANSA ?? Il presidente dell’Associazio­ne Italiana Arbitri, Marcello Nicchi: è stato eletto per la prima volta nel 2009
ANSA Il presidente dell’Associazio­ne Italiana Arbitri, Marcello Nicchi: è stato eletto per la prima volta nel 2009

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