Grande Paris altro podio nella libera
Terzo a Santa Caterina Valfurva, 4° podio stagionale Adesso insidia Jansrud per la leadership nella discesa
Paris è giunto terzo dietro Ganong e Mayer
In questi ultimi mesi del 2014 Dominik Paris è una vera e propria garanzia per l’Italia della neve. Il robusto fuoriclasse altoatesino si conferma nel gotha della velocità anche nell’ultima discesa dell’anno solare e colleziona il quarto podio stagionale a Santa Caterina Valfurva. L’azzurro si inchina soltanto a un sorprendente Travis Ganong e all’olimpionico della disciplina Matthias Mayer, ma si toglie finalmente la soddisfazione di tenere dietro il norvegese Kjetil Jansrud, anonimo diciassettesimo ad oltre un secondo e lontano parente del dominatore della prima parte di Coppa del Mondo. IL METEO. Come ci si attendeva, la gara è stata condizionata dal vento, che ha spinto gli or-
«Mi manca solo il successo, ma la cosa importante è non aver fatto errori gravi» «Ho rosicchiato punti in classifica Spero che questo stato di forma non mi abbandoni»
ganizzatori a spostare la partenza più in basso (2.530 metri contro i 2.750 previsti), eliminando i primi venti secondi di gara più tecnici. Meno spazio per fare la differenza, ma Paris non si è fatto spaventare ed ha attaccato come sempre senza paura, facendo registrare il miglior intertempo nel primo settore. La lotta per il podio si è decisa come aveva anticipato alla vigilia lo stesso Paris proprio nella parte bassa, dove l’americano Ganong è stato il migliore ad interpretare le prime due curve nel bosco e ad acquisire abbastanza velocità per rintuzzare la rimonta dell’azzurro e dell’austriaco Mayer. Con Jansrud tornato finalmente sulla terra, l’agognata vittoria poteva essere alla portata di Paris, ma nelle sue parole non c’è nessun rimpianto: «Con l’accorciamento della pista era ancor più difficile salire sul podio, per cui sono contentissimo di questo terzo posto. In più, con una sola prova cronometrata era difficile avere riferimenti per la gara. È vero, manca davvero poco per il primo successo stagionale, ma dall’altro lato bastava fare un piccolo errore in più per finire ben più indietro». LA PISTA. E dire che la “Deborah Compagnoni” sembrava non essere tagliata per il venticinquenne della Val d’Ultimo, che aveva sbuffato più volte negli ultimi giorni, ma l’incredibile fiducia acquisita a suon di piazzamenti di spicco lo fa andare forte su qualunque terreno e adesso la sua striscia positiva si allunga a tre podi consecutivi. Una continuità di risultati da fare invidia anche al Milan, squadra di cui il ragazzone altoatesino è grande tifoso.
«La pista non ti deve piacere per forza, anche a Lake Louise non mi trovavo bene eppure l’anno scorso sono riuscito a vincere. Dipende da quanto ci si riesce a spingere oltre i limiti: io ci ho messo tutto me stesso ed è andata bene – aggiunge - E poi ho recuperato anche qualche punto nella classifica di specialità da Jansrud e anche quello non è male. Ora spero di continuare così e di mantenere questa condizione anche per gennaio e febbraio».
L’inverno entra nel vivo e Paris si sente sempre più forte, addirittura da insidiare Jansrud per la coppa di discesa, trofeo mai vinto da nessuno sciatore azzurro in passato. Non sarà affatto una passeggiata e bisognerà andar davvero forte a Wengen e Kitzbühel, ma guai a tarpare le ali allo scatenato azzurro, che tra l’altro sulla leggendaria Streif ha già vinto nel gennaio dello scorso anno. veloce, che fatica a trovare la continuità che invece si è trasformata nell’arma vincente di questo nuovo Paris, e in queste prime sette gare della stagione 2014-2015 non è stata all’altezza delle aspettative. Debilitati dall’influenza e penalizzati dalla drastica modifica della gara, Peter Fill e Christofer Innerhofer non sono riusciti a centrare un posto nei primi dieci.
Soprattutto l’argento di Sochi ha pagato la scelta della Fis, che gli ha tolto di fatto la parte in cui si era trovato meglio in prova. «È stato un peccato per i telespettatori e anche per me perché così la discesa è diventata meno selettiva e tutti sono riusciti a sciare meglio perché il tracciato non era più così tecnico - spiega Innerhofer - Sono comunque soddisfatto dell’atteggiamento che ho avuto in gara. Fin qui in stagione non ci sono ancora state le condizioni migliori per me, speriamo che qualcosa cambi già con le prime gare del 2015». Anche perché un campione come lui non ha nessuna intenzione di limitarsi a fare il vice-Paris. GLI ALTRI. Semmai ci si interroga sul resto della squadra