Il Carpi vola e il Catania va a picco
Per i rossazzurri è crisi nera: la panchina traballa ancora
di slogan verso tutte le componenti della società, compreso - e questa è la novità - il presidente Pulvirenti) e che non riesce a mandare giù il fatto che un Carpi costruito per salvarsi veleggia col vento in poppa in vetta alla classifica, mentre il Catania che avrebbe dovuto essere attrezzato per un rapido ritorno in serie A non riesce a staccarsi dalla zona retrocessione. I motivi, in conferenza stampa, li ha sottolineati con grande onestà anche lo stesso Castori: in serie B non bastano nomi e atteggiamento da prime donne, servono gambe e fame; proseguendo su questa strada gli etnei, che hanno ancora il tempo per rifarsi sotto, ben difficilmente riusciranno a venire fuori dalla sabbie mobili in cui si sono ritrovati. Con conseguente crisi di nervi. Come quella che pare abbia portato all’espulsione nel tunnel di Monzon, in quel turbolento finale, acceso dall’atteggiamento poco sportivo di Struna,
Il presidente del Catania, Pulvirenti, è stato contestato anche lui andato sotto la tribuna a dire qualcosa ai tifosi catanesi che rumoreggiavano. La gara, la terza in otto giorni, non è stata bella. Il Carpi ha sempre avuto il pallino del gioco, ma di vere occasioni da gol, almeno per il primo tempo, neanche col binocolo. Nella ripresa, invece, ci ha pensato Frison a spianare la strada agli emiliani: Mbakogu è andato via lungo l’out sinistro, ha messo dietro per l’accorrente Porcari che, di interno, ha girato nell’area di rigore rossaz- zurra; dormita generale e Di Gaudio è bravo a mettere il pallone nel sacco, passando dal palo sul quale avrebbe dovuto trovarsi Frison. Il Catania tenta una reazione, ma Gabriel è attento su Cani, cosicché tocca a Frison opporsi alla meno peggio su una conclusione di Mbakogu. Poi una gran conclusione su calcio da fermo di Monzon fuori di un soffio, che precede di qualche minuto il gol della sicurezza emiliana: Inglese viene servito al limite dell’area dove Calello non riesce ad in- tervenire, dandogli modo di girarsi e di scagliare un gran tiro alle spalle di Frison. E’ la mazzata finale per il Catania che ci prova con un tiro dalla distanza di Calaiò (bravo Gabriel all’incrocio dei pali). Troppo poco per avere delle recriminazioni. Abbastanza per allungare il “solito” silenzio stampa. E abbastanza per rendere ancora più pericolante la posizione del tecnico Pellegrino: un punto in tre partite potrebbe determinare l’arrivo di Liverani.