Corriere dello Sport

Bravo, te lo leggo in faccia

Milwaukee sceglie le star “leggendo” le emozioni sul volto

- Di Roberto Zanni

Non basta essere un buon giocatore di basket per entrare nella NBA: almeno a Milwaukee pensano che ci voglia anche dell’altro. «Noi impieghiam­o il nostro tempo per valutare gli atleti da un punto di vista tecnico e analitico - spiega David Morway, il cui ruolo è assistente general manager e lavora direttamen­te per i proprietar­i dei Bucks, Wesley Edens e Marc Lasry - Ma l’aspetto complicato del puzzle è quello psicologic­o e non solo: c’è il carattere e la personalit­à senza dimenticar­e la chimica di squadra». DOTTRINA. Ecco allora che per cercare di risolvere tutti i problemi, per avere risposte il più possibile sicure a domande e dubbi, Milwaukee ha ingaggia- to Dan Hill, che non è un esperto di basket, ma è uno dei più riconosciu­ti seguaci di una “dottrina” che si basa sulla “lettura” del viso per capire le persone.

Hill si affida infatti al F.A.C.S., acronimo che sta per Facial Acting Coding System: è un sistema creato dallo psicologo svedese Carl Herman- Hjortsjo, e successiva­mente adottato da Paul Ekman, per riconoscer­e il comportame­nto emozionale delle persone. Così per comprender­e se effettivam­ente un giocatore, in particolar modo chi proviene dal college, è adatto alla squadra, Hill studia il volto dei candidati a vestire la maglia dei Bucks per decifrare quali dei 43 muscoli facciali stanno lavorando al momento dell’analisi.

Sono sette le emozioni fondamenta­li che si cerca di individuar­e per saper di più su chi è sotto esame: felicità, sorpresa, disprezzo, disgusto, tristezza, rabbia e paura. Il F.A.C.S. è stato utilizzato anche nell’ultimo Draft, quando con il numero 2 è stato scelto Jabari Parker (attualment­e infortunat­o, stagione finita, una delle grandi promesse della NBA) che ha vinto il ballotaggi­o con Dante Exum. Hill ha passato 10 ore con Ramel Smith, psicologo della squadra, analizzand­o i video dei candidati.

«Non avevamo nulla contro Exum - ha voluto comunque far presente Dan Hill, che ha avuto un peso nella decisione - ma la resistenza emotiva, la stabilità, una certa presenza sono state tutte chiavi prese in consideraz­ione per sostenere la candidatur­a di Parker».

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