Russia in crisi, Mondiali a rischio
Inchiesta della Bild: la recessione ha già aperto un buco di 5 miliardi
Non tornano più i conti dei prossimi Mondiali in calendario nel 2018 in Russia. L'esplosione dei costi organizzativi e la penuria di risorse per effetto della recessione economica hanno già aperto un rosso di 5 miliardi di euro nell'architettura finanziaria del grande evento. E il buco pare destinato ad allargarsi sotto i colpi della crisi. Questo il succo di un'allarmante quanto documentata inchiesta pubblicata ieri a tutta pagina dalla Bild sotto il titolo: «Dopo il caos del Qatar adesso vacillano anche i Mondiali in Russia?». CRISI. Il conflitto in Ucraina, le sanzioni decretate dall'Unione Europea, il crollo del prezzo del petrolio, la svalutazione del rublo stanno scuotendo pericolosamen- te l'economia russa, al punto di fare uscire allo scoperto le gravi preoccupazioni di Witali Mutko, ministro dello Sport: «C'è un deficit nel bilancio per l'anno 2015 : il Comitato Organizzatore dipende dalle offerte di persone private». Come dire, da soli non ce la facciamo, occorrono altre forze. L'appello del ministro è rivolto non tanto alle svariate iniziative promosse nella società civile, quanto agli oligarchi che hanno accumulato enormi ricchezze nei settori chiave dell'economia russa, dallo sfruttamento delle materie prime alle iniziative più redditizie nell'industria, edilizia e commercio. La Bild non può fare a meno di citare la passione calcistica e «il patrimonio personale di oltre 15 miliardi di euro» del magnate Roman Abramovic, imprenditore e patron del Chelsea di Mourinho. Gli
Blatter stringe la mano a Vladimir Putin per i Mondiali 2018 altri oligarchi possibili soccorritori del ministro Mutko elencati dal giornale berlinese sono Aras e Emin Agalarov, padre e figlio, artefici di un impero immobiliare, il potente uomo d'affari Gennady Timchenko, molto impegnato nell'hockey, Dimi- tri Pumpyansky, capo della società TMK (gasdotti e oleodotti) e il rampante costruttore Rawil Siganschin. RITARDI. Non sono nomi fatti a caso tra gli appartenenti al "cerchio magico" del presidente Vladimir Putin. Ad essi è stato assegnato l'appalto (senza bando pubblico) per la costruzione di 7 dei 12 stadi programmati per il primo Mondiale sul suolo russo. A Rostov, Saransk, Volgograd, Samara, Kaliningrad, Kazan, Niznij Novgorod l'edificazione dei nuovi stadi non è ancora iniziata. In compenso, la realizzazione dell'Arena di St.Pietroburgo procede con un costo triplo rispetto ai 450 milioni di euro preventivati. Solo per la ristrutturazione dello Stadio Olimpico di Mosca serve un miliardo di euro. Il problema ora è sul tavolo della Fifa, ma se ne è parlato per appena cinque minuti nell'ultima riunione dell'Esecutivo a Marrakesch. « Il Mondiale in Russia non è in discussione», ha annunciato Sepp Blatter. Gli ultimi calcoli però non possono tranquillizzarlo.