Allegri ride: la difesa è di nuovo in piedi
Barzagli si allena col gruppo, Caceres quasi pronto. E per l’Inter riecco l’ipotesi rombo
- Toh, chi si rivede. Andrea Barzagli che torna a correre. E insieme ai compagni. Il tempo si era fermato al settembre scorso, quando la rieducazione della caviglia operata del difensore sembrava bruciare i tempi, al punto che si ipotizzò un rientro anticipato di un mese, cioè a ottobre. Poi la ricaduta e si dovette ricominciare da capo. Adesso dovrebbe essere la volta buona, anche se sui tempi effettivi nessuno si pronuncia perché i fisici non sono tutti uguali e i fattori complementari parecchi. Un fatto è certo: il morale della truppa, vedendolo di nuovo sgambettare, si è alzato, allenatore compreso, perché non c’è un compagno di squadra che non riconosca quanto il centrale toscano sia stato determinante in questo triennio. PROVE DI RIENTRO. Più realisticamente, però, i riflettori sono puntati da due giorni su un altro difensore, Martin Caceres, che la squadra ha aspettato ardentemente, perché, oltre a un inizio di stagione strepitoso, il difensore uruguagio ha il pregio di essere un destro naturale, come appunto Barzagli, di cui è il miglior sostituto. Il povero Ogbonna si è sobbarcato l’onere di giocare a destra alcune partite, cavandosela an-
Andrea Barzagli, 33 anni, al lavoro che piuttosto bene, ma sono state situazioni episodiche, non certi ripetibili sui medi periodi, soprattutto quando la lotta scudetto entra nel vivo e la Champions pure. Esulta anche Allegri, che ha dovuto tenere il fiato sospeso tra equilibrismi vari, con tre soli centrali che si sono beccati squalifiche - per fortuna della squadra - non contemporaneamente e hanno dribblato finora gli infortuni. Caceres ci sta dando dentro e potrebbe anche farcela per l’Inter, ma più probabilmente lo rivedremo in campo il 15 in Coppa Italia con il Verona. Per il resto, nella doppia seduta di ieri, gruppo completo tranne ovviamente i due reduci da interventi chirurgici freschi, Asamoah e Romulo. TORNA IL ROMBO. Con l’Inter, Allegri vuole ripresentare il rombo con Vidal a giocarsi la maglia da rifinitore con Pereyra. La difesa a quattro è scontata, con il solito ballottaggio a sinistra, Evra o Padoin e Ogbonna che scalpita per una maglia da titolare che finalmente sembra pronto a guadagnarsi. In attacco, immancabile ballottaggio Llorente-Morata: il problema che anche l’anno nuovo si porta dietro è che il primo si integra meglio con Tevez, cui apre spazi considerevoli e poi è il terminale giusto per i cross, mentre il secondo sull’uno contro uno è nettamente superiore e con i difensori non velocissimi va a nozze. C’è anche il fattore psicologico: il giovane non va smontato per non rallentarne la crescita. E’ una Juve che vuole ripartire dalla Supercoppa (anche perché il turno successivo va a Napoli) facendo tesoro della lezione e mettendo tanta rabbia nel serbatoio. TUTTI A VINOVO. Allegri ha già commentato in passato la scarsa attitudine dei suoi a chiudere le partite, facendo capire che solo l’esercizio e la concentrazione possono aiutare a superare questo limite. Ma intanto il tecnico pensa soprattutto a fare da psicologo, spiegando che specchiarsi troppo nella propria bravura di palleggio al limite dell’area è un errore grave come perdersi un avversario in area. E poi, a caricare la squadra per l’anno nuovo, c’era la triade del triscudetto, il presidente Agnelli, Beppe Marotta e Fabio Paratici, che hanno pranzato insieme al centro bianconero.