Da Totti a Casillas fino a Terry: vite da bandiera
In Italia il capofila è il capitano giallorosso, in Spagna svettano il portiere del Real e i blaugrana Xavi e Iniesta
L’addio al Liverpool annunciato ieri da Steven Gerrard rappresenta un colpo al cuore per i tifosi dei Reds, ma anche per i tanti appassionati che vedono nei giocatori-simbolo di una squadra l’espressione di un calcio d’altri tempi, ormai destinato a scomparire. Stevie G saluta la Kop, la storica curva dell’Anfield Road, dopo quasi 28 anni (di cui 17 con la prima squadra). Una vita in “red” che ha fatto entrare di diritto il centrocampista inglese tra le grandi bandiere del calcio internazionale. DA TOTTI A DI NATALE. In Italia è inevitabile pensare a Francesco Totti, capitano e simbolo indiscusso della Roma. Sono 26 gli anni in giallorosso del numero 10 romanista, che ha raccolto l’eredità di altri due stori- ci capitani: Agostino Di Bartolomei e Giuseppe Giannini. La Roma può poi contare su un’altra bandiera come Daniele De Rossi, altro prodotto del vivaio di Trigoria. Prossima avversaria della formazione di Garcia sarà l’Udinese, dove milita da dieci anni un altro “vecchietto terribile” come Antonio Di Natale, nato a Napoli ma ormai friulano d’adozione. Tre grandi della Serie A (Juve, Milan e Inter), hanno perso in queste ultime stagioni i loro calciatori più rappresentativi. Alessandro Del Piero, dopo 19 anni in bianconero è andato a cercare fortuna prima in Australia e poi in India, mentre Paolo Maldini, figlio d’arte e storico capitano, non sembra avere ancora trovato un suo erede a Milanello. Diverso il discorso per l’Inter, dove l’uomo-simbolo Javier Zanetti, capitano dal 1999, ha dismesso i panni del calciatore nel maggio dello
Rogerio Ceni, bandiera del San Paolo scorso anno per vestire quelli di vicepresidente. GLI HIGHLANDER. Un percorso simile a quello di un altro highlander del calcio, Ryan Giggs, per anni simbolo del Manchester United. Anche il gioni simbolo dei “blues”, lasciati a luglio con l’idea di giocare negli Stati Uniti con i New York City. Ma la nostalgia per la Premier, infatti, lo ha riportato subito in patria, questa volta con la maglia del City. I tifosi del Chelsea si possono consolare con il capitano John Terry, che ha quasi vent’anni di militanza a Stamford Bridge. TRADIZIONE LIGA. Anche la Spagna regala storie importanti. E’ il caso di Carles Puyol, costretto dagli infortuni a lasciare il “suo” Barcellona lo scorso marzo, dopo circa vent’anni in blaugrana. Col Barça gioca ancora gente come Xavi Hernandez che con 22 titoli conquistati è il giocatore che ha vinto più trofei nella storia della società, e Don Andres Iniesta, vicino a festeggiare le venti candeline con il club. Nel Real Madrid attualmente è Iker Casillas a detenere il ruolo di bandiera, con 25 anni di presenze nella Casa Blanca. Tornato protagonista con Ancelotti, ha raccolto l’eredità di un altro storico capitano, Raul. IL MITO CENI. Meno legata a carriere mono-squadra sembra essere la Bundesliga, dove è soprattutto il Bayern Monaco ad aver collezionato delle “bandiere”. Dopo la lunga esperienza del portierone Oliver Kahn (arrivato dal Karlsruhe nel 1994, è rimasto fino al 2008) Philipp Lahm e Bastian Schweinsteiger si dividono il ruolo di uomo-simbolo. Nel Borussia Dortmund è Sebastian Kehl a rappresentare i gialloneri grazie ai suoi tredici anni di fedeltà. Nulla, se paragonati ai 24 anni con il San Paolo del portiere-goleador Rogerio Ceni, ormai quasi quarantaduenne: in Brasile, semplicemente un mito.
E’ inarrivabile Rogerio Ceni: il portiere gioca nel San Paolo da ben 24 anni