UOMINI Papà Djokovic non teme la generazione Kyrgios
Più che da Cilic & c., si attende un segno dai teenager
Niente spaventa Novak Djokovic. Nemmeno pannolini e biberon notturni. « Eh, viaggiando con Stefan (il suo primogenito nato ad ottobre; ndr) serviranno più valige e si dormirà meno di notte - ha ammesso il Number One del mondo prima di partire per l’Australia - ma mi abituerò anche a questo». Visto da gennaio il tennis targato 2015 sembra già roba sua e una vittoria a Melbourne, dove ha già trionfato quattro volte, potrebbe spalancargli le porte di una stagione trionfale, da Grande Slam. Il suo obiettivo stagionale è il Roland Garros, l’unico “major” che ancora manca alla sua collezione, la condizione fisica e mentale, smaltita l’euforia del matrimonio e della paternità, è quella della piena maturità. I suoi avversari invece paiono destinati, per ragioni diverse, a una corsa ad handicap.
Roger Federer, che ad agosto compirà 34 anni, ha ancora - è vero - una teorica chance di strappargli il primato del ranking, ma ha sicuramente più chance di cogliere risultati “di tappa”, tipo il 18° Slam che insegue da oltre due anni (magari a Wimbledon), che di buttarlo giù dal trono. Rafa Nadal, che è rientrato ieri nell’esibizione di Abu Dhabi rimediando un sonoro 6-2 6-0 da Andy Murray, dopo un 2014 tormentato dagli infortuni è alla ricerca della migliore condizione che gli consentirà un fisico sdrucito: punterà soprattutto al decimo Roland Garros e alla stagione sul rosso. Stan Wawrinka, campione uscente degli Australian Open, e Murray, che reduce da un’anna-
Rafa Nadal e Novak Djokovic scherzano durante una sessione fotografica ad Abu Dhabi ta deludente ha riconfermato Amelie Mauresmo come coach, devono decidere bene cosa fare, ritrovare motivazioni e continuità. ASPIRANTI. Poi ci sono i giovani: quelli finti e quelli veri. I finti giovani sono gli immediati inseguitori dei big: Marin Cilic, Kei Nishikori, Milos Raonic, Grigor Dimitrov, e se il croato uno Slam se l’è comunque preso, ma ha iniziato malissimo l’anno infortunandosi (come l’ormai assente cronico Del Potro), gli altri rischiano di invecchiare come Carlo d’Inghilterra, in
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