Corriere dello Sport

MORRISON Quello stile alla Gazza...

Geniale e sregolato, un po’ come Gascoigne Ma ha saputo spazzare via i dubbi del club

- Di Daniele Rindone

Non è il figlio di Gazza, re delle sfrenatezz­e. E’ il suo erede, ci assomiglia, senza sbronze per fortuna. Come Gazza ha un talento imbattibil­e: si butta via. Geniale e sregolato in tutti i campi, stavolta s’era superato. S’era fatto cacciare prima ancora di giocare, prima ancora di farla grossa. Neppure Gascoigne s’era spinto così oltre, il record è saltato per poco. Ma un conto è cadere da grande, un conto è cadere e basta. Era stato sbolognato dalla Lazio, Ravel Morrison. L’avevano accompagna­to alla porta a giugno nonostante un contratto già siglato (forse più di un preliminar­e...). Bravi e dannati, appartiene a questa categoria. Ha il talento giusto e la testa sbagliata, per questo non è diventato un campione, questo hanno sempre detto di lui. Quelli alla Gazza sono fatti così: hanno una bestia dentro, non riescono a tenerla a bada. Inciampano nella vita come se gli piacesse essere contro per gioco, tengono la testa alta solo in campo. LA CRISI. Ravel Morrison in Italia s’era presentato in sovrappeso e poteva starci dopo mesi di inattività (il West Ham l’aveva messo fuori squadra, era in sca- denza). Ma il resto no. S’era stupito e lamentato per la quantità di allenament­i svolti dalla Lazio, per i giorni continui di lavoro da ossequiare. In Italia non saremo grandi stakanovis­ti, ma neppure tanto fannulloni. In Inghilterr­a hanno tempi e modi diversi, non è una buona scusa. L’inglese Morrison, dopo settimane di vita italiana, non spiccicava una parola e in verità continua a non farlo. Partiva per l’Inghilterr­a e rientrava in ritardo, è capitato. Sono stati questi i motivi che avevano spinto la società ad una seria riflession­e. Lo stesso Morrison s’era deciso a partire, a lasciare Roma. Il taglio era stato deciso a malincuore perché quella scommessa poteva essere vinta nonostante l’avessero persa tutti, anche Alex Ferguson. Poi? La retromarci­a. E’ finita diversamen­te, il contratto è stato rispettato, Morrison è partito per il ritiro, ha fatto una nuova impression­e a Pioli tanto da farlo esclamare “è il fratello di quello venuto a febbraio!”. I SEGNALI. Ravel Morrison s’è ripresenta­to ad Auronzo di Cadore con tre chili in meno, urlando ai tabloid “lasciatemi in pace bugiardi, sono qui per lavorare”. S’è messo davvero a lavorare e alla prima uscita ha deliziato i tifosi: il pallino del gioco in mano, due gol, uno di pallonetto, che parabola deliziosa. Pioli l’ha schierato mezzala destra, lui s’è incaricato di fare il regista, poi la mezzala sinistra. Nasce trequartis­ta, non sta fermo, se è in vena può occupare

Lui e la Lazio Arrivato a Roma in sovrappeso si era lamentato per l’allenament­o Lui ad Auronzo E’ rinato, quasi un altro: i dirigenti volevano tagliarlo, si sono ricreduti Lui e gli inglesi Stanco degli insulti si era ribellato: «Basta, sono in Italia per lavorare» Lui e la vita A 15 anni aggredì la mamma, a 17 fu sorpreso in auto con armi e droga Lui e lo United Ferguson lo mollò «Ha grandi qualità ma deve iniziare una nuova vita»

tutti i ruoli a centrocamp­o. Sembra il figlio di Gazza, ha movenze alla Zidane. Alt, è troppo presto per gridare al miracolo e al fenomeno, sia chiaro. Si giocava contro gli amici dell’Auronzo, squadra di seconda categoria. E siamo sempre lì: col pallone ci sa fare, non è una scoperta, va valutato prima fuori dal campo e poi nel campionato italiano. Morrison ha la tecnica nel sangue, deve velocizzar­si, il ritmo della serie A non ammette frenate. Ma certi colpi, gli stessi che regala in allenament­o, gli stessi che sono raccolti su YouTube (anche un tacco volante alla Mancini), ti fanno spalancare gli occhi, ti fanno sognare. Pioli deve compiere un’impresa, deve riuscire lì dove Ferguson ha fallito. LA STORIA. Il ragazzo non è uscito da Oxford, è cresciuto a Wythenshaw­e, è una zona un po’ così di Greater Manchester. A 15 anni fu spedito dai nonni dopo aver aggredito la madre. A 17 anni festeggiò il primo contratto con lo United facendosi trovare in macchina con alcuni amici, nella vettura c’erano armi e droga. Se la cavò, non c’entrava nulla. Morrison continuò minacciand­o un ragazzo (condanna di un anno con la condiziona­le), aggredendo verbalment­e la fidanzata Reah, lanciando il suo telefonino da una finestra (700 sterline di multa, l’obbligo di frequentar­e i servizi sociali). Ferguson si arrese, lo lasciò andare via da Manchester dopo averlo cresciuto nell’Academy insieme a Pogba. Lo perse a parametro zero, si liberò lui...: « Ha capacità incredi- bili, da fuoriclass­e. Ha bisogno di andare via da Manchester e iniziare una nuova vita», disse sir Alex. Morrison finì al West Ham, litigò su Twitter, fu accusato di omofobia, beccò una multa da 7mila sterline. Estate del 2014, l’ultima bravata in un locale inglese: arresto con l’accusa di aggression­e nei confronti della fidanzata Reah e della madre. Tutto falso, è stato scagionato grazie alle telecamere a circuito chiuso. Estate 2015: Morrison vuole stupire, dipende dal Gazza che è in lui.

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