BASSO CHOC «HO UN CANCRO DEVO FERMARMI»
L’annuncio al Tour: «Ora torno a casa, devo essere operato subito»
Tumore al testicolo sinistro, lo ha scoperto grazie a una caduta nella quinta tappa Ieri la Tac, poi la corsa fino a Milano. «E adesso lo affronterò con la grinta di sempre»
« Bad news». Ivan Basso lo dice in inglese, perché siamo al Tour de France e tutto il mondo ascolta. Cattive notizie. « I have small cancer», soffia piano, quasi mangiandosi il microfono che ha preso in prestito al suo capitano, Alberto Contador, che piange seduto di fianco a lui. Ho un piccolo tumore al testicolo sinistro, e forse in inglese faceva meno paura ma adesso la voce di Ivan per un momento si incrina, rischia di rompersi, poi si riprende. «L’ho sapu- to due ore fa, two hours ago, e adesso ovviamente devo lasciare il Tour, devo andare a casa a curarmi». FARE IN FRETTA. Sono le 14.45 di un giorno caldissimo di luglio a Pau, città stretta fra i Pirenei e il confine spagnolo, lambita dal clima dell’Atlantico, tappa obbligata di ogni Giro di Francia. Ivan spiega quello che è successo con parole semplici, senza inciampare nelle emozioni. «Sono caduto nella tappa di Amiens, la quinta, ho sbattuto il testicolo sinistro con- tro la sella. Mi faceva male, ma succede spesso, non ci ho pensato molto. Però nei giorni successivi continuavo a sentire un piccolo dolore, a small pain, e l’altra sera ne ho parlato col medico della Tinkoff, Piet Moor. Lui si è rivolto immediatamente ai medici del Tour e abbiamo deciso di andare da un urologo qui a Pau. Ho fatto una Tac, il responso l’ho avuto da un paio d’ore. Bad news». La Tac ha mostrato cellule tumorali nel testicolo sinistro, «c’è una massa, forse addirittura due». Il professore è stato chiaro: non c’è tempo da perdere, anche in considerazione del fatto che Basso ha trentasette anni, è un vecchio corridore ma un giovane uomo. Ivan ha subito avvertito Micaela, sua moglie, la mamma dei loro quattro bambini. Si è messo in contatto con Roberto Corsetti, il medico che per anni lo ha seguito alla Liquigas e che ha organizzato i primi contatti con i suoi colleghi di Milano. Subito dopo aver annunciato al mondo quello che gli è capitato, Ivan è partito con Giovanni Lombardi diretto a Tolosa, da dove in serata ha preso il primo volo per Milano, e probabilmente già oggi sarà operato. ANDARE AVANTI. «Quello che sta succedendo lo sapete già - ha scritto durante il viaggio ai tifosi che lo seguono su Facebook e su Twitter, in un post che ha intitolato “grinta, sorriso e andare avanti“- quello che ci tenevo a dirvi è che affronterò questa prova con la grinta di sempre e con la positività che mi avete trasmesso con tutti i vostri messaggi. Amo il ciclismo che mi ha dato tanto e mi ha insegnato a stringere i denti quando c’è da lottare; adoro la mia famiglia che riempie la mia vita di gioia e mi ha dato la spinta per andare avanti nei momenti difficili; farò un gran tifo per la mia squadra, la Tinkoff-Saxo, alla quale auguro di portare Alberto, il nostro capitano, a Parigi in maglia gialla. Nei prossimi giorni purtroppo non potrò stare in contatto con voi, ma tornerò a farlo molto presto perché siete la mia forza! Grazie a tutti». MAI SMETTERE. Di forze Ivan Basso ne ha sempre avute tante, da quella del suo talento, della sua ostinazione, del suo carattere unico. Ha inseguito la sua passione fin da bambino, la nonna raccontava che quando era piccolo per farlo smettere di piangere bastava metterlo sul seggiolino della bici e fargli fare il giro del paese. Non ha mai smesso di applicarsi, di impegnarsi, di studiare, neanche nei momenti bui del doping, delle accuse, della confessione e della nuova vita. Adesso l’ostinazione gli servirà per percorrere ancora una volta una strada difficile. Il medico della Tinkoff ha parlato di 98-99 probabilità su 100 di piena guarigione. Di sicuro quella caduta, una volta tanto, è stata una fortuna. E così l’insistenza di Contador, che lo ha voluto al suo fianco anche al Tour, dopo un Giro certamente non all’altezza. A noi dispiaceva vedere Basso fare il gregarione, ma si vede che doveva andare così. Se essere al Tour, cadere nella quinta tappa e sentire quel piccolo dolore, small pain, è servito, allora meno male.