Corriere dello Sport

Napoli, spettacolo e distrazion­i

Non bastano i gol di Callejon e Mertens, perde 3-2 con il Nizza senza Higuain e Hamsik

- Di Antonio Giordano MOSCA

NIZZA

A disposizio­ne: De Guzman, El Kaddouri, Dezi, Bifulco, Luperto. MARCATORI: 8’ pt Plea (Ni), 14’ pt Callejon (Na), 20’ pt Mertens (Na), 39’ pt Seri (Ni); 9’ Germain (Ni) ARBITRO: Delerue (Fra) ESPULSO: 22’ st Callejon (Na). AMMONITI: Henrique (Na), Valdifiori (Na), Allan (Na), Koulibaly (Na) Hult (Ni) per gioco falloso. NOTE: spettatori 10.000 circa. Ma è come se il tempo si fosse fermato: due mesi e ciò ch’emerge del Napoli è tutto ciò ch’era già (ben) noto, i soliti entusiasma­nti pregi e gl’immancabil­i angosciant­i difetti, quella naturale vocazione ad esaltare - divertendo­si - e l’autolesion­ismo di chi ha scelto di farsi del male, forse per ricomincia­re ad incantare. Il calcio d’agosto è un giochino nel quale immergersi con cautela, ma la cartina di tornasole della Costa Azzurra è in realtà la carta carbone d’un passato recentissi­mo, con pennellate di calcio poetico e strafalcio­ni da abbecedari­o a corredo d’un 3-2 che non lascia graffi, forse qualche

umanissima perplessit­à. RIECCOLI. Però è la «prima» autentica dimostrazi­one di sè e a Sarri, per il debutto internazio­nale, è rimasto poco più di mezzo Napoli (a casa Reina, Albiol, Strinic, Hamsik, Higuain) e per cercare le risposte alle decine di domande, è inutile fossilizza­rsi su idee standard: rimane (ovviamente) 4-3-1-2, con Insigne trasformat­o nel «10» che inventa, ma davanti si prova con Mertens e Callejon, un’inedita coppia esplosiva che fa e disfa, che segna, strapazza e poi demolisce.

Il remake che riapre l’armadio e mostra gli scheletri è servito subito (8'), sulla rasoiata centraliss­ima di Plea, sfarfalleg­giata da Gabriel che si lascia piegare: 1-0 e via. Le distanze, il palleggio, la pressione, la verticalit­à: il Napoli si cerca, si trova, si compiace, sfiora il pari (erroraccio di Bodmer, perché qua sbagliano tutti, Mertens non ci crede) e poi si toglie la maschera triste e sistema quella allegra, con l’1-1 in dolce stil novo: pressing di Insigne per rubarla subito, proprio all’uscita dell’area, Mertens la prende, affonda largo e scarica sul rimorchio di Callejon che ha un piatto pronto per l’esecuzione. OPS. Si rivede il Napoli godereccio, persino un po’ narciso, che delizia dalla metà campo in su, s’arriccia intorno a Valdifiori già entità concreta, offre spunti per gli applausi, va in vantaggio (20') con Mertens che li taglia da sinistra e poi scarica il destro alla nitroglice­rina, sciupa in quantità industrial­e (Mertens due volte) e poi si fa riprendere da una sassata all’incrocio di Seri. Però, mica male: la corsa sembra sciolta, l’intesa fluida: certo, ne mancano un bel po’ di stelle che illuminano e le amnesie lasciano il segno, costringon­o a rimescolar­e le partite, a dilapidare quel che s’è costruito, ad applaudire Gabriel che almeno si rifà. SI CAMBIA. Le amichevoli hanno una loro funzione, e talvolta sono (sarebbero) incuranti dei risultati: aspettando Allan, stavolta pallido, Sarri mischia il Napoli, va a verificare Chiriches, a rivedere Hysaj, a svelare pure a se stesso quello che non sa. Che il Napoli ami flagellars­i dev’essergli noto e, infatti, è 3-2 in avvio, sul cross di un Hult che tracima (perché Maggio - poverino, viene lasciato da Allan in inferiorit­à) e concede a Germain di spassarsel­a tra Chiriches e Koulibaly. IL MATCH. Ma l’estate è perfida, facilita i colpi d’esuberanza e su un eccesso

Mertens, 28 anni, firma il gol del momentaneo 2-1 per il Napoli di confidenza di Callejon, Delerue, l’arbitro, abbonda: doppio giallo, dunque rosso, per un finale alterato pure dalla sorte, ch’è nemica di Gabbiadini, primo strozzato nell’esultanza sul salvataggi­o a portiere battuto (15') di Le Marchand, poi azzerato da quel diavoletto che si para dinnanzi a braccia larghe e respinge (27'). Le scintille rientrano nel copione di serata, si rischia una megazuffa, si avverte la tensione (agonistica), si applica il turn-over estivo, si continua a notare che Sarri glielo ha chiesto: stare alti, «aggredire, poi ripartire centralmen­te, subito. Il meglio del Napoli, insomma, ma gli è toccato pure ancora qualche traccia del peggio.

NAPOLI

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