Agguato ai tifosi azzurri incidenti e lacrimogeni
INVIATO A NIZZA - E’ il caldo, certo: che dà alla testa ovunque, in Italia e anche in Francia, perché la violenza non conosce frontiere, non va in vacanza, è un malessere corrosivo che si sparge da Nord a Sud (dell’Europa), che non fa sconti neanche il 2 agosto. La cronaca d’un pomeriggio d’una domenica da cani è nelle foto, nelle immagini, nel profumo (?) insopportabile di sterpaglia che brucia, di lacrimogeni che servono per disperdere questo manipolo d’imbecilli che hanno deciso di non negarsi nulla, arroventando il clima d’una partita che chiamavamo amichevole. Ma tra chi? Ma per chi? Benvenuti, ma si fa per dire stavolta, in Costa Azzurra, il teatro dell’ennesimo scempio, stavolta - dicono - il palcoscenico di un agguato ai napoletani che va in onda alle 17,30 e dura un paio d’ore, procedendo a tappe, con intervalli (ir)regolari nei quali o si scappa o si prende fiato o si cercano zone d’ombra in cui preparare la mossa e (poi) la contromossa. Località Saint Isidore, uscita della A8, quella che conduce all’inferno. SCONTRO - Si comincia a tre ore e mezza dalla partita e senza che ci sia un motivo, un precedente, un’antipatia o una rivalità che possa ispirare la deformante visione estremistica del tifo; però quando arrivano i primi tifosi del Napoli, partono un po’ di pietre dal cavalcavia che sta proprio di fronte allo stadio e s’intuisce che saranno altre pagine tristi. E infatti: si procede, restando a distanza, separati dalla polizia che fa ciò che può, perché l’effetto sorpresa coglie anche loro. Però ci sono gli spazi per tenere a distanza queste frange indemoniate, che hanno scelto di sfidarsi: partono petardi, ordigni che vengono accuratamente sistemati nei contenitori della spazzatura; s’alzano le fiamme, si spargono voci di una scazzottata propedeutica nei pressi d’un ristorante; il pathos diventa caos e, per frenare il flusso e arginare i pericoli, viene momentaneamente chiusa l’uscita autostradale che conduce all’Allianz Riviera. Fino a quando non la smettono: c’è qualche fermo e l’invito, per un gruppo di napoletani, di evitare la partita e tornarsene in Italia. Qua (ma fuori allo stadio) non tira aria buona e c’è pure chi lacrima ancora; però dentro, si sta benissimo, in una struttura che fa luccicare gli occhi, e in un clima stavolta sì amichevole, con un centinaio di tifosi del Napoli che possono godersela.