Corriere dello Sport

ZENGA L’uomo ragno appeso a un filo

E’ bastata una gara storta: Samp su Montella

- Di Furio Zara

Non è nemmeno cominciata, ed è già finita. Hanno ucciso l’Uomo Ragno. Chi sia stato si sa: pronti, via, 0-4 con il Vojvodina, fuori dall’Europa League, fate voi. La Sampdoria in queste ore sta parlando con Montella. Sondaggio, per cautelarsi. Zenga è già il passato prossimo. Siamo al 3 agosto, è bene ricordarlo. Si chiama esonero ai preliminar­i. Zenga può dormire sonni tranquilli: Ferrero dixit. Scherzava. Per sua stessa ammissione Ferrero è un uomo che vive di intuizioni. Ops, mi sono sbagliato. Via Zenga. Forse. Come si dice: futuro appeso ad un filo. Giovedì c’è il ritorno a Novi Sad. Serve l’impresa. Zenga pagherebbe (anche) colpe non sue. Non c’è sintonia con il presidente. Il caso Cassano li ha ulteriorme­nte allontanat­i. Oltre Montella - il primo candidato - ci sono anche Del Neri (l’unico in grado di gestire il Cassano rifiutato da Zenga), Donadoni e Prandelli, che però sembra essersi sfilato. A proposito: Del Neri visse qualcosa di simile una decina d’anni fa, nel 2004, quando venne ingaggiato dal Porto e cacciato dopo un solo mese di allenament­i, per dissapori con i leader del- lo spogliatoi­o (non si sopportava­no, volavano gli stracci). TUTTO IN BILICO. La fiducia a tempo per Zenga è un timer con il finale segnato. Per ora Walter ha chiuso il profilo twitter (troppi insulti), ci ha messo la faccia - « E’ colpa mia» - e va avanti. A testa bassa. Altro non può fare. Ieri a Bogliasco, prima dell’allenament­o mattutino, ha parlato alla squadra. Mezzora. Per ritrovarsi, per ripartire. Non è detto che l’ultima chance gli venga concessa. Il giorno della presentazi­one aveva detto di essere felice perché sentiva di essere tornato a casa. Povero Walter. da quella casa rischia di essere cacciato prima ancora che la giostra cominci il suo giro. Ora lo accusano di avere avuto un atteggiame­nto troppo soft con la squadra. I paragoni con Mihajlovic sono impietosi. Sinisa teneva in pugno la squadra, usava bastone e carota; Zenga ha scelto di proporsi in maniera diversa. Ora sta pensando di cambiare registro. Sa di giocarsi il tutto per tutto. Sa che questa è - probabilme­nte - l’ultima possibilit­à italiana.

Non c’è sintonia con Ferrero e pesa l’ombra di Mihajlovic. Anche Del Neri in attesa

PRECEDENTI. Ci sono un paio di precedenti recenti, lì a ricordarci come gli allenatori somiglino a quella poesia di Ungaretti: si sta, come d’autunno, sugli alberi le foglie. Basta un soffio di vento per farle cadere. Basta il ghiribizzo di un presidente che non può esonerare se stesso. E quindi si adegua. E caccia il tecnico. Pioli esonerato dal Palermo prima del debutto in campionato. Era il 2011, fatale pure quella volta l’Europa League. Eliminato dagli svizzeri del Thun, il benservito arrivò il 31 agosto. Zamparini più tardi ammise le sue colpe e con un’immagine fascinosa ma cruda - roba da Masterchef in versione horror - dopo il fattaccio commentò: « Ho sbagliato a esonerare Pioli, mi sto mangiando il secondo testicolo». Del primo, non vi è menzione. L’altro precedente riguarda Colomba. E’ il 2010, 29 agosto, due giorni al debutto in campionato. Quell’estate il Bologna ha cambiato proprietà. E ha fretta. Via Colomba, al suo posto Malesani. Ora tocca a Zenga. In bilico. Come una foglia. E il poeta sarebbe Ferrero.

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ANSA Walter Zenga: la sua Samp ha perso 4-0 con il Vojvodina

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