Corriere dello Sport

E Prandelli è pronto a volare in Cina

- MOSCA

Perché quella dei «grandi allenatori a spasso» o «in attesa di» o comunque «che stanno vagliando le varie proposte» è diventata una categoria - umana più che profession­ale - che ormai va parificata alle ex fidanzate di Cristiano Ronaldo (abbiamo perso il conto) e ai pensionati che - mani dietro la schiena e collo allungato - osservano gli operai del Comune che stanno sistemando tombini e buche sulle strade. Sono tanti, i grandi allenatori momentanea­mente fermi; sembrano sempre di più (come i Minions) e quando vengono chiamati in causa perché da qualche parte suona l’allarme, lo si fa collettiva­mente. Persino cliccando su Google i risultati sono sorprenden­ti: 87.400 voci. Costano tanto, li pagano perché portano il valore aggiunto della loro bravura (esperienza, personalit­à); sono il salvagente gigante che si profila all’orizzonte quando sei in mezzo al mare senza appigli e il gorgo ti sta risucchian­do. Non è un caso se a Liverpool - dopo lo strappo con Rodgers - si fanno i nomi di Ancelotti (occhio: per il dopo-Mou è lui il candidato), Mazzarri (c’è anche il Sunderland), Spalletti. Perché i «grandi allenatori» hanno una qualità che li differenzi­a dal resto della trup- FIRENZE - Con i cinesi c’era da tempo, e c’è ancora, un accordo di massima. Cesare Prandelli sarebbe diventato l’allenatore del Shenhua Shanghai dal prossimo gennaio, quando in Cina inizierà la nuova stagione. Accordo biennale con l’obiettivo di arrivare fra le prime tre del prossimo campionato. Poi però la situazione è precipitat­a e l’allenatore attuale, il francese Francis Gillot (ex Bordeaux), potrebbe rientrare a casa per problemi personali prima della fine di questa stagione. Così i cinesi hanno messo fretta all’ex ct,

Cesare Prandelli, 58 anni

chiedendog­li di prendere subito la panchina del Shenhua se davvero Gillot fosse costretto a rientrare subito in Francia. Prandelli aspetta in questi giorni una chiamata da Shanghai, ma gradirebbe partire per la Cina alla fine del 2015 e non adesso. Anche perché, non avendo firmato nessun contratto, potrebbe avere in questi mesi l’occasione per restare in Italia o quanto meno in Europa. Il suo nome circola anche a Milanello.

Sarebbe il quarto allenatore italiano in Cina (il secondo ct) dopo Giuseppe Materazzi che nel 2003 allenò il Tianjin Teda, Marcello Lippi e Fabio Cannavaro. Lo Shenhua ha tre stranieri di buon livello, Tim Cahill, Demba Ba e l’ex juventino e fiorentino Momo Sissoko. Qualche anno fa, il club di Shangai portò Didier Drogba in Cina.

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