Corriere dello Sport

Opinionist­i o tecnici, in campo è rimasto Buffon

- Di Eugenio Russo

zionale caucasica. Quello mandato in campo da Trapattoni, naufragato ma salvatosi dal mondiale coreanogia­pponese e lì in corsa per Euro 2004, ovviamente non era ancora the Master, ma un giovane talento ventitreen­ne destinato a prendersi la Nazionale e a non mollarla più, arrivando ai giorni nostri, tra exploit iridati e qualche delusione. Giorni di Azerbaigia­n, si diceva. E se non bastasse quel curioso esordio, Pirlo ha aspettato di incrociare nuovamente gli azeri per arrivare a quota 113 presenze azzurre, il 10 ottobre di un anno fa a Palermo, data non qualunque visto il sorpasso

A CACCIA DI MALDINI. Vediamo quello che gli riserverà sabato, quando tornerà a Baku, con 116 gettoni e 13 gol in tasca e davanti l’ultima striscia di partite da coprire, prima di lasciare la Nazionale, con un obiettivo: quello di agguantare Paolo Maldini, a quota 126, e salutare la compagnia da terzo assoluto tra i fedelissim­i. Per far questo, per mettere insieme altre undici partite di qui a fine giugno bisogna che la Nazionale, una volta in Francia, faccia più strada possibile, magari pescando un sette bello che vorrebbe dire finale. E Pirlo ha in testa ancora la voglia di riscattare le amarezze brasiliane, che avevano a caldo prodotto le sue “dimissioni” (aggiunte a quelle senza virgolette di Abete e Prandelli), poi rientrate, grazie all’immediato pressing di Albertini eppoi alla telefonata del neo ct Conte.

SOLUZIONI ALTERNATIV­E. Ma per provare a vincere l’Europeo, dopo averlo sfiorato nel 2012 a Kiev, Pirlo da solo non basta. E’ anzi quello del regista azzurro uno dei problemi ancora irrisolti da Conte, nella costruzion­e della sua Italia. Chiarament­e ci riferiamo alla composizio­ne la rosa finale dei 23 destinati a giocarsi la Francia. Il discorso è chiaro: Pirlo fin qui non ha trovato una alternativ­a affidabile, meglio, convincent­e. Nelle dodici partite contiane il ct ha affidato la regia della squadra 4 volte all’ex juventino, altrettant­e a De Rossi (3 nel 3-5-2 di inizio ciclo), 2 volte a Verratti, 1 a Valdifiori e 1 estemporan­ea a Aquilani (nell’unico 4-42 di emergenza, contro l’Albania nell’amichevole post Croazia del novembre scorso, con sole 48 ore di stacco tra le due partite). Mai Conte ha utilizzato Marchisio, che con Pirlo ha giocato da interno proprio all’andata contro l’Azerbaigia­n e in Croazia. Ora, la questione non è di secondo piano. Il fuoriclass­e bresciano ha 36 anni, in Francia ne avrà 37; la sua avventura newyorkese sembra attraversa­re le stesse difficoltà della sua Juve di inizio stagione; insomma far finta che conti solo il passato non sarebbe giusto, prima di tutto per lui.

CHI PER LUI? Parallelam­ente vediamo che De Rossi sembra destinato a un futuro da centrale difensivo, che Ver- ratti in Nazionale è piaciuto più da interno che da regista, con o senza Pirlo accanto, che Marchisio è indisponib­ile, che Montolivo deve ritrovarsi, che Valdifiori è stato superato da Jorginho nel Napoli. Insomma il quadro complessiv­o non è proprio azzurro. Resta possibile l’inseriment­o dell’italobrasi­liano rivitalizz­ato dal 4-3-3 di Sarri, però pesa il doppio passaporto (e il ct non vorrebbe nuovamente scottarsi dopo il caso Eder).

Non vorremmo essere fraintesi: non può essere certo Pirlo il problema di questa Nazionale: è esattament­e il contrario. Urge trovare una alternativ­a valida in Nazionale, nel momento in cui the Master dovesse non essere utilizzabi­le. Naturalmen­te, tutto questo dopo l’Azerbaigia­n, che gli appartiene di diritto. Fu il compagno del Milan Filippo Inzaghi a lasciare il campo e permettere l’esordio in Nazionale di Andrea Pirlo. Al 76’ di Azerbaigia­n-Italia, partita valida per le qualificaz­ioni ad Euro 2004, disputata il 7 settembre 2002. Avrebbe contato altre 115 presenze il 23enne, che convinse Trapattoni a modificare il modulo, pur di trovargli un posto. Ma i compagni di squadra della prima partita non si dimentican­o. Cosa fanno oggi? Solo uno, oltre a Pirlo, gioca ancora...

I COMPAGNI. È sempre in attività Gianluigi Buffon, ora come allora portiere della Juventus e della Nazionale. Difensori centrali erano Fabio Cannavaro, allenatore del Guangzhou fino a febbraio 2015 e Alessandro Nesta, tecnico del Miami Fc dal 31 agosto scorso. A coprire le corsie laterali l’imprendito­re Francesco Coco e Christian Panucci, allenatore del Livorno, in Serie B. A centrocamp­o i titolari erano Luigi Di Biagio, commissari­o tecnico dell’Italia Under 21, Damiano Tommasi, presidente dell’Associazio­ne Italiana Calciatori e Gennaro Gattuso, allenatore del Pisa dal 22 agosto. L’attacco a tre era formato da Alessandro Del Piero, oggi opinionist­a tv, Filippo Inzaghi, allenatore (ex Milan) e Christian Vieri, che vive tra l’Italia e Miami, dov’è commentato­re per “beIN Sports”,canale gestito dai proprietar­i del Psg. Dalla panchina subentraro­no, prima di Pirlo: Massimo Ambrosini, opinionist­a tv e Vincenzo Montella, settimo allenatore (ex Fiorentina) tra i compagni dell’esordiente regista italiano.

Nesta allena in Usa, Ambrosini, Del Piero e Vieri lavorano in tv E c’è anche chi fa l’imprendito­re: Coco

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