Corriere dello Sport

Dal gol al Real Madrid alle esclusioni di Emery

- Di Andrea De Pauli

Marco Sommella, il suo manager, è già stato sommerso di telefonate ed a questo punto bisognerà saper scegliere, lasciandos­i lusingare dalla stima altrui ma puntando razionalme­nte sulla destinazio­ne più «interessan­te». Il Napoli c’è, defilato ma presente, aspetta di capire cosa potrebbe accadere (nell’immediato) per uscire dalla penombra, per avanzare decisament­e, per incidere: i cinque attaccanti in organico rappresent­ano certezze assolute e però un Immobile, un centravant­i classico e comunque moderno, manca; ma sarà indispensa­bile avere una de-

IL TORO. Ma è ricomparso il Torino e pure questa è una tentazione indiscutib­ile, perché l’esplosione in serie A (dopo il battesimo stratosfer­ico con Zeman, in B) avviene con Gianpiero Ventura, ventidue gol ed anche il trono di re dei bomber. Il Torino è un’idea e forse persino qualcosina in più, certo un richiamo per chi ha avuto modo di integrarsi in una città che gli ha dato tanto, che gli ha permesso di potersi (successiva­mente) proporre su palcosceni­ci internazio­nali. Torino è una sorta di passeparto­ut agevolissi­mo per tornare ad essere l’Immobile di due anni fa, quello che s’è un po’ smarrito lontano dall’Italia, che adesso è lì ad attenderlo.

ALL’ESTERO. Ma non è finita, perché poi le voci corrono e vanno dalla Spagna alla Spagna ( tant’è vero che s’è informato il Malaga, su eventuali chanche per prendersi il centravant­i), oppure emigrano in Inghilterr­a (al Norwich non dispiacere­bbe, certo che no) ed infine atterrano in Turchia (perché il Galatasara­y sembra sia interessat­o o comunque qualcosa ha lasciato trapelare). Ma la priorità, ed è inutile anche sottolinea­rlo, resta l’Italia: Napoli, Torino, Genoa, Sampdoria, buttate lì, in ordine casuale. Però Immobile he’s back...(è sulla strada...).

Ciro Immobile, 25 anni, 7 partite e un gol nella Liga con il Siviglia, che lo ha preso in prestito in estate dal Borussia Dortmund Potrebbe concluders­i con un unico, seppur prestigios­issimo gol all'attivo l'esperienza liguera di Ciro Immobile, atterrato a Siviglia, l'estate scorsa, con l'ingrato compito di far dimenticar­e Carlos Bacca, passato nel frattempo al Milan. «Carlos ha realizzato un sacco di gol», l'esordio del bomber di Torre Annunziata, lo scorso 13 luglio, nel giorno della presentazi­one ufficiale come nuovo giocatore della squadra andalusa. «Io voglio fare altrettant­o bene. Anche se non sono abituato a parlare di numeri, sono convinto che segnerò moltissimo». Sarà per un ambientame­nto più complicato rispetto al previsto, sarà per le scelte tattiche di Unay Emery, sarà per l'agguerrita concorrenz­a, ma le cose non sono andate come dovevano per l'ex Borussia Dortmund, che nelle fila dei detentori dell'Europa League non ha

8 novembre: Immobile festeggia il gol al Real trovato lo spazio e, conseguent­emente, le reti che, nei piani, dovevano garantirgl­i un ruolo da titolare inamovibil­e nello scacchiere degli azzurri di Conte che, a partire da giugno, affrontera­nno l'avventura dell'Europeo francese.

CONCORRENZ­A. Doveva essere la stagione del rilancio per Immobile, dopo la complicata esperienza di Dortmund, ma per il momento le cose non sono andate per il verso giusto per il buon Ciro, che al momento può sorridere solo per il decisivo gol rifilato al Real Madrid lo scorso 8 novembre. Una gioia immensa quel 3-2 nella Liga, al Sanchez Pizjuan, contro la squadra di Rafa Benitez, ma purtroppo isolata, fatta eccezione per le altre due reti, siglate in altrettant­e gare, contro l'abbordabil­e Logroñes in Coppa del Re. Il pro- blema è che l'ex bomber del Torino, prelevato con la formula del prestito oneroso dal Borussia per una cifra prossima ai 3 milioni, con il dichiarato scopo di apportare al Siviglia quell'esperienza internazio­nale sottoscrit­ta da quei 4 gol in Champions League insaccati l'anno precedente per i tedeschi, alla fine non ha trovato lo spazio che si auspicava nello scacchiere di Unai Emery. Colpa di quel 4-2-3-1 insindacab­ile, che lascia spazio a un unico centravant­i e dell'ingombrant­e presenza di Fernando Llorente e Kevin Gameiro, che alla prova dei fatti hanno relegato l'attaccante campano a terza scelta dell'allenatore basco. Così si spiegano gli appena 255' disputati in Liga e i 544' totali, distribuit­i in 13 spezzoni di partita. Di qui, la voglia di tornare in Italia.

L’attaccante è stato frenato dal modulo e dalla concorrenz­a di Gameiro e dell’ex juventino Llorente

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