Henrique saluta: c’è l’accordo con il Fluminense
Il brasiliano non rientrava nei piani di Sarri. E Zuniga ha la valigia pronta: può sbarcare presto in Premier League
Fatta: è (quasi) fatta. E comincia la diaspora, quasi l’inizio di una nuova era, perché sta per scattare il rinnovamento. Fatta: è (praticamente) fatta e con Henrique al Fluminense si procede anche con i tagli, non si cambia soltanto il Napoli - adeguandolo a Sarri, alle sue idee - ma si prova a rimescolarlo anche liberandolo da ingaggi che vengono ritenuti superflui. Henrique torna a casa, siamo ai dettagli, e la sua Napoli è stata una contraddizione in termini: sei mesi stellari, con un gran gol (a Catania), con una duttilità che lo fa diventare esterno basso di destra, centrale difensivo o interditore di centrocampo e lo porta sino al Mondiale in Brasile. E’ uno degli affari di quel mercato del gennaio 2014 (lui con Ghoulam e Jorginho) e però dura poco, perché nella sua prima stagione (completa) torna alla normalità e con Sarri finisce persino nello scantinato: zero minuti giocati, esclusione dal listone Uefa, presenza marginale all’interno del progetto. Il Napoli incassa due milioni, ne risparmia altrettanti e soprattutto può privarsi d’un contratto che avrebbe avuto scadenza 2017.
CIAO, CIAO. Henrique è il primo passo verso l’aggiornamento generazionale, perché le uscite sono varie, non tantissime ma necessarie, anche dal punto di vista economico. Intanto, ci sono situazioni da rimuovere definitivamente, rapporti degenerati nel tempo - sul breve, sul lungo termime - ed ormai irrecuperabili: Zuniga ed il Napoli si sono praticamente detti addio sin dall’anno scorso, ma poi hanno ufficializzato questo gelo soltanto nella scorsa estate, scegliendo questa convivenza di facciata
Il difensore Henrique, 29 anni
Il terzino Juan Camilo Zuniga, 30 anni che al club è costato un sontuoso ingaggio (sette milioni di euro lordi, circa, all’anno) ed al colombiano invece ha pregiudicato una carriera che era già stata seriamente compromessa negli ultimi due anni: l’esterno aveva vissuto a modo suo, giocando (e anche bene) d’estate con la sua Nazionale, rimanendo spesso infortunato d’autunno, d’inverno e di primavera con il Napoli. E’ finita e lo sanno tutti: Zuniga ha un contratto che scade nel 2018 (lo ha firmato a Londra, ottobre del 2013, e da quel giorno quasi non si è più visto), rappresenta un costo di altri diciassette milioni di euro circa, ma così - questo braccio di ferro - non ha senso per nessuno, non lo ha mai avuto. Zuniga può andare in Inghilterra, spera di avere altre chanche ancora in Italia e c’è chi lavora per lui per trovargli collocazione in Spagna. ROTTURA. Ma i casi sono due, perché anche De Guzman lo è diventato, dal momento in cui, nella scorsa sessione di mercato, s’è opposto ad una serie di trasferimenti: stavolta non lo farà, non dovrebbe farlo, perché s’è stufato di allenarsi da intruso a Castel Vol- turno, perché vuole giocare, perché forse l’escalation del Bournemouth - adesso in corsa seriamente per la salvezza - qualche rimpianto deve averglielo fatto venire. E comunque anche De Guzman è sul mercato, lui quanto Zuniga, lui ed il colombiano più di ogni altro, perché la questione è anche ambientale, non solo tecnica o tattica, e l’ipotesi Premier rimave viva e persino auspicabile.
RICHIESTA. Ma se ne vanno anche Rafael e Dezi, pure lui uomini a chilometro zero (mai una presenza): il portiere ha avuto - attraverso agenti internazionali - abboccamenti con l’Inghilterra e anche con il Belgio e con l’Olanda, mentre il centrocampista conta di accomodarsi a Novara o anche al Carpi, ovunque possa avere la possibilità di divertirsi. Al Napoli non rappresentano un problema (nemmeno economico) ma ci sono partenze che possono essere inevitabili, che vanno agevolate per tutelare ciò che comunque rappresenta un patrimonio.
Il colombiano ha un contratto fino al 2018. In partenza anche De Guzman e il portiere Rafael