QUANDO GLI ITALIANI SI RIBELLANO
Chi segue il basket di vertice con una vena di romanticismo nello sguardo, ha già capito il motivo per cui in serie A quest’anno regna un equilibro quasi irreale: i giocatori italiani sono tornati protagonisti. E non solo quelli di alto lignaggio, ma anche quelli che aspettavano da tempo che qualcuno la smettesse di preferirgli americani dalle imbarazzanti qualità cestistiche. L’ottavo marcatore della serie A, ad esempio, è Daniele Cinciarini (14.7 punti di media), fratello maggiore di Andrea, una guardia che alla bella età di 32 anni, dopo aver vestito 9 maglie, alla decima sta facendo faville. A Caserta coach Dell’Agnello lo ha fatto sentire importante, e lui lo ripaga con prestazioni come quella di ieri: 19 punti che hanno steso Brindisi.
Anche Formenti ha 32 anni, però solo quest’anno, con l’arrivo di Calvani a Sassari, si è scoperto giocatore determinante, e per questo viene lasciato in campo in tutti i momenti cruciali degli incontri. Contro Pistoia il suo allenatore lo ha utilizzato per 19’, ricevendo in cambio una prova di assoluta concretezza, sia in attacco che in difesa. A Reggio Emilia puntano su lituani esperti come Lavrinovic e Kaukenas (a proposito, pare che alla Grissin Bon interessi pure il loro connazionale Evaldas Kairys, lungo che gioca con i turchi del Kayris). La Reggiana però nel contempo esalta il talento dei suoi giovani italiani: il solito, straordinario Della Valle e il sorprendente De Nicolao hanno dato spettacolo e segnato in coppia 36 punti contro una Varese in caduta libera. E poi ci sono Vitali e Cusin, capaci ormai di giocare a memoria: Cremona, con estrema lungimiranza, li ha voluto vere colonne portanti di una squa- dra a trazione italiana; coach Pancotto per di più ha trasformato Cusin da centro buono solo per correre, prendere rimbalzi e stoppare, in un lungo da utilizzare soprattutto in post basso, con risultati spettacolari.
La valorizzazione degli italiani, siano essi veterani o giovanissimi in rampa di lancio (tra questi Fontecchio di Bologna e Lombardi di Pistoia), unito ad una maggiore attenzione per l’aspetto difensivo del gioco da parte degli allenatori, ha in qualche modo aiutato a comare più di un gap da parte dei club con meno disponibilità economica: Cremona, Pistoia e Trento nelle zone alte della classifica, Bologna e Caserta più in basso, ne sono la conferma. Come influirà su questa tendenza la nuova formula del “6 stranieri+6 italiani”, la cui introduzione è legata al sì della Giba, l’Associazione Giocatori? Probabilmente spingerà davvero le società a investire con maggior convinzione sui settori giovanili. Il vero rilancio della nostra pallacanestro partirà proprio da lì.