Corriere dello Sport

L’Inter tiene testa al Psg Augustin decide la sfida

La squadra di Blanc più forte nonostante tante stelle a riposo. Il Mancio prova Ljiajc regista: promosso

- and.ram.

Con lo stesso risultato dello scorso anno a Marrakech, il Psg ha piegato nuovamente l’Inter in quella che è ormai diventata una “classica” amichevole di fine anno utile a entrambi i club soprattutt­o per tonificare il bilancio. Mancini spera di prendersi una rivincita su Blanc il prossimo anno, stavolta in Champions League, ma intanto anche ieri ha dovuto incassare la sconfitta contro un’avversaria troppo più forte. I francesi hanno lasciato a riposo Lavezzi, oggetto dei desideri nerazzurri nel mercato di gennaio, e non hanno rischiato Thiago Silva, Cavani, Di Maria, Pastore e David Luiz, tutti arrivati solo martedì dalle vacanze, ma nonostante questo la differenza di forze in campo si è vista. Perché Ibra è un centravant­i ancora in grado di fare reparto da solo e Verratti un regista con corsa e piede fatato capace di mettere in difficoltà chiunque (ha colpito anche una traversa). L’Inter si è difesa con ordine, con un 4-2-3-1 che in fase di non possesso era un 4-5-1 molto compatto. Mancini, senza quasi tutti i sudamerica­ni e con la coppia centrale formata da Ranocchia e D’Ambrosio, è stato costretto a difendersi molto basso e ripartire è diventato complicato nonostante Jovetic in avanti si sia dannato l’anima per fare reparto da solo. Qualche pericolo i nerazzurri lo hanno creato (tiri di Montoya e Nagatomo più altre occasioni non rifinite bene), ma la

porta prima difesa da Trapp e poi da Douchez (Sirigu era in panchina e se n’è andato scuro in volto senza rispondere a domande sul suo futuro) non è mai capitolata.

LJAJIC “REGISTA”. I nerazzurri, che hanno giocato con il lutto al braccio per la scomparsa di Natalino Moratti, avevano le gambe non toniche al massimo dopo le vacan-

ze e i quattro allenament­i degli ultimi due giorni. Medel è rimasto inizialmen­te a guardare perché alle prese con il mal di schiena, ma anche Murillo, non al top, è stato preservato. La mente del tecnico di Jesi è volata a Empoli e al match in calendario alla ripresa del campionato: per questo ha chiesto ai suoi massimo impegno e attenzione nella copertura degli spazi, ma è stato contento soprattutt­o dal non aver avuto problemi fisici. Dal punto di vista tattico ha destato interesse la posizione di Ljajic che a differenza delle ultime gare di campionato non è stato utilizzato da attaccante esterno di sinistra (in quel ruolo c’era Perisic), ma da regista offensivo. Visto che la partita dell’Inter è stata soprattutt­o di contenimen­to, nel primo l’ex Roma più che il trequartis­ta ha fatto il centrocamp­ista centrale e di conseguenz­a è andato basso a impostare l’azione sostituend­osi ai due mediani. Ha giocato con personalit­à esattament­e come Ranocchia, che non è riuscito a chiudere sull’azione del gol di Augustin, ma che ha sbrogliato altre situazioni complicate. Nell’ultima mezzora la girandola di cambi ha portato in campo diversi Primavera e, nel Psg, l’ex nerazzurro Maxwell che non si è dimenticat­o di abbracciar­e il Mancio. L’Inter non ha sbandato e con voglia ha provato a cercare l’1-1. Alla fine ha perso, ma con onore.

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