Quella telefonata con Berlusconi tra passato, presente e futuro
MILANO - Una telefonata, si narrava una volta in uno «spot» pubblicitario, può allungare la vita... Sicuramente può alimentare, anche di questi tempi, una speranza, vera e concreta. Il contatto telefonico di qualche mese fa, in tempi non sospetti in prospettiva Bologna, fra il presidente Berlusconi e Roberto Donadoni testimonia che innanzitutto è rimasto vivo e forte il legame fra un grande campione degli Immortali di Sacchi e degli Invincibili di Capello con il Presidentissimo rossonero e, di conseguenza, in una fase di ristrutturazione e di sperimentazione potrebbe anche starci il nome di Donadoni in una futura consultazione per la panchina milanista. Ma è cosa nota che già da un paio d’anni a questa parte a Casa Milan regna una certa confusione. Slalomando fra dogmi più o meno acclarati («Il Milan ai milanisti», dai parametri zero alla recente campagna acquisti milionaria) sono cambiati i fattori ma i risultati, almeno per il momento, sono sempre gli stessi, modesti e sconfortanti. Dall’ottavo posto in campionato di Seedorf si è passati al decimo di Inzaghi. Mihajlovic naviga attualmente in sesta posizione (a pari punti con l’Atalanta) ma lo «sprint» per riconquistare terreno prima della fine del girone di andata oppone al tecnico serbo proprio il Bologna di Donadoni a San Siro il 6 gennaio e poi, sabato 9, la Roma all’Olimpico.
TRIPUDIO. Sicuramente Roberto Donadoni non si
Il presidente del Milan, Berlusconi
sentirà solo e isolato mercoledì dalle ore 15 in poi a Milano. Gran parte del pubblico rossonero gli farà venire la pelle d’oca come a tempi del Grande Milan. Ma Donadoni ha trovato a Bologna, finalmente, chi crede in lui: una società robusta, ambiziosa, di enormi prospettive. Il pubblico del «Dall’Ara» è stato conquistato dai risultati (13 punti in sole 7 partite, ruolino di marcia da zona Champions League) e dalla signorilità di un gentiluomo che a Parma ha timonato a testa alta l’inevitabile naufragio del club gialloblù. Forse, per gli esteti effimeri e modaioli, Donadoni non avrà il sorriso che conquista. Ma ha coraggio, dignità e buon senso. I calciatori fanno a gara per farsi allenare da lui. Uno su tutti: Destro.