Corriere dello Sport

MAKSIMOVIC De Laurentiis lotta per il sì del Torino

Il presidente insiste per il difensore, però Cairo lo gela «Non voglio cederlo. E il suo prezzo è da svenimento»

- Di Fabio Mandarini di Enrico Marini

Anno nuovo, vita vecchia. E così, dopo il muro estivo di milioni che ha separato le vite del Napoli e di Nikola Maksimovic è in costruzion­e quello invernale. «Quanto vale Maksimovic? Un prezzo da svenire». Urbano Cairo è coerente. Sì, il presidente del Torino è coerente con la linea di condotta portata avanti da un bel po' nella gestione del suo difensore serbo: pezzo pregiato qualche mese fa ed evidenteme­nte ancora oggi, nonostante il grave infortunio che l'ha escluso dalla mischia sin dai primi giorni di settem- bre. Un centinaio di giorni senza calcio, d'accordo, ma niente svalutazio­ne né inversioni di tendenza: «Il giocatore non è in vendita».

«NON SI VENDE». E allora, gennaio come giugno: cambia il mercato, non la sostanza delle cose. Nel senso che al Napoli continua a piacere Maksimovic, ventiquatt­renne difensore del Toro e della Nazionale serba, e a Urbano Cairo continua a non piacere l'idea di privarsi di uno dei suoi uomini di punta (tra l'altro recente protagonis­ta di rinnovo fino al 2020). «Non lo cedo. Non lo vendo». Sempliceme­nte. E poi ancora: «Non è in vendita». Lo dice e lo ripete, il presidente granata. E poco importa se a causa della frattura del quinto metatarso del piede sinistro rimediata a inizio settembre con la Serbia, in allenament­o, Nikola abbia saltato quindici partite dal 30 agosto 2015 a oggi. «Quanto costa? Il prezzo non lo dico: è da svenimento». Per carità, meglio non rischiare.

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A MERCOLEDI'. Bene. Cioè, non troppo dal punto di vista del listone azzurro degli obiettivi, ma tant'è. E giova ripeterlo: chi ha in rosa pezzi pregiati, soprattutt­o a gennaio, fatica a cederli. Men che meno a prezzi ragionevol­i. Una storia contro cui, alla luce dei fatti quotidiani, il Napoli sta sbattendo la testa di continuo: il club azzurro punta a giocatori “importanti”,tanto per citare le parole del presidente De Laurentiis, e ciò significa che le difficoltà non mancherann­o e che il lavoro e la ricerca dovranno essere supportati da grande pazienza e altrettant­a fermezza. Calma e sangue freddo, insomma. E appuntamen­to al San Paolo: mercoledì Cairo sarà di scena nel tempio napoletano, cioè lo sarà il suo Torino, e di certo l'occasione è propizia per riparlarne da vicino.

QUESTIONEG­OMES. Arriverà presto a un punto di svolta anche la questione relativa al ventiduenn­e portoghese, André Gomes, l'uomo dei sogni del Napoli. Il Messia del centrocamp­o del Valencia, come lo chiamano da quelle parti, che oggi al Mestalla sarà impegnato nella super sfida con il Real di Benitez: brividi. E poi telefoni spenti e orecchie tappate: in questi giorni l’attenzione di Gary Neville, che in mancanza di un direttore sportivo svolge le funzioni di manager, è stata interament­e e legittimam­ente rivolta alla partita con il Madrid. Mercato offlimits almeno fino a questa sera. Fermo restando Il trequartis­ta che piace al Napoli, è un giovane con personalit­à e tecnica. Nonostante abbia solo ventidue anni, il portoghese è uno degli uomini chiave di un Valencia obbligato a recuperare posizioni in Liga dopo il brutto avvio. André Gomes è una mezzapunta duttile, un tuttofare abile sia nel recuperare palla sulla mediana che nell'impostare. La sua dote migliore è proprio la costruzion­e del gioco, da fantasista dietro le punte o da mezz'ala sinistra. Merito di una buona corsa, e un'ottima visione di gioco che unita al tocco di palla permette a Gomes di sfoderare assist in profondità per i compagni. Niente male anche il sinistro da fuori, potente e preciso.

LA STORIA. Nella sua carriera “il cobra”, come viene soprannomi­nato in patria, gode già di

André Gomes, 22 anni, al Valencia dal 2014 un triplete conquistat­o ai tempi del Benfica, squadra in cui ha debuttato a soli 19 anni. Che fosse un predestina­to, lo si capì subito, quando alla prima partita nella Liga portoghese firmò subito un gol. Notato dall'agente Jorge Mendes (lo stesso di José Mourinho), il fondo d'investimen­to di Peter Lim - attuale proprietar­io del Valencia - e dello stesso agente lusitano rilevò il 70% dei diritti del calciatore per 10,5 milioni di euro. Gomes restò fino al termine della stagione nel Benfica per poi passare al Valencia di Lim, per 15 milioni di euro. Alla suo primo anno a Valencia, “il cobra” si conquistò subito il posto e non lo mollò più, 33 match in Liga con una media di 77 minuti giocati a partita, 4 gol e un assist.

CADUTA E RISALITA. Nell'ultima gara in casa del- la scorsa stagione, Andrè fu vittima però di un grave infortunio muscolare. Operato a Valencia, la mezza punta ha dovuto fermarsi per 3 mesi, perdendosi così anche la preparazio­ne estiva. A 118 giorni dall'infortunio la prima partita ufficiale, poi contro il Betis un nuovo stop. Un problema tipico dopo una lesione di larga durata, ovvero un sovraccari­co muscolare che ha fatto tirare un sospiro di sollievo al povero Gomes. La sua assenza e una forma non perfetta hanno pesato sul Valencia di Nuno, esonerato un mese fa. Nelle ultime uscite però si è rivisto quel Gomes capace di cambiare gli equilibri e dare velocità alla circolazio­ne della palla, tanto che ha giocato titolare le ultime tre di campionato, le prime sotto la guida del nuovo tecnico Neville.

Dal Benfica alla Liga: è gestito da Mendes l’agente di Mourinho Dribbling e scatto: lo chiamano “cobra”

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