Il cuore Viola: in ottomila per inseguire un sogno
Straordinaria adunata di tifosi al Franchi nonostante la pioggia e il freddo: è la città che dà la spinta alla squadra
Quando hai un sogno puoi anche permetterti di non avvertire neppure la pioggia fredda e sottile che ti entra dal colletto fino alla schiena. Quando hai un sogno, a Firenze, e riguarda la Fiorentina sicuramente poi si moltiplica fino a riempire la tribuna del Franchi. Quanti? Ottomila, diecimila? Un’esondazione viola. E tutti così diversi nella consuetudine di appartenenza. Ci sono i vecchi ultrà degli Alterati del Nord. C’è lo zoccolo duro del vecchio tifo. Quelli che non mollano mai. Qualche anello alle dita, un po’ Keith Richards, un po’ Dave Gahan. E ci sono i ragazzini accompagnati dal babbo. Ragazzine e mamme, pure qualche nonna.
PER UN SOGNO. Sognare è un obbligo. Le famiglie viola si raggrumano per battere il freddo che di colpo si fa sentire. Ma questo era un appuntamento imperdibile. I dirigenti viola con Sousa e sotto la regia dei fratelli Della Valle hanno deciso l’apertura del Franchi e per una volta la tribuna coperta. I ragazzi della Fiesole attraverso la rete hanno chiamato all’appuntamento. Tutti per il sogno. Se le famiglie si «spalmano» nelle parti nobili e care della tribuna, gli ultrà di oggi preferiscono uno spicchio un po’ discosto. Bisogna far arrivare i messaggi giusti. Tutti uniti, immersi nella nebbia dei fumogeni. La parola d’ordine è: ognuno faccia il suo. La squadra continui a battersi stretta attorno a Sousa. Il tifo segua la squadra ovunque (come recita uno striscione legato alle transenne), i Della Valle facciano l’impossibile per accontentare Sousa. Mer- cato in entrata, due o tre giocatori importanti per allungare la coperta.
IL CUORE DELLA SQUADRA. Sono passati minuti come aghi di ghiaccio. La Fiorentina è arrivata e i tifosi cantano: «E’ una squadra bellissima...». Poi il consueto: «Chi non salta bianconero è...». E seppur un po’ «ingessati» giocatori e tecnici saltellano. Non potrebbe essere diversamente. Il tifo è contagioso e, per chi è fiorentino, commovente. C’è una città che vuol sognare, che vuol vincere e una squadra che ama e sa di essere riamata. Così Sousa e i giocatori, con il massaggiatore Fagorzi che con la sua figura dinoccolata cattura gli sguardi, iniziano a formare un grande cuore viola attorno al cerchio di metà campo. Un cuore che guarda alla tribuna. Sarà un simbolo per tutta la stagione. Inizia l’al-
La festa viola: il calore dei tifosi e l’affetto dei giocatori, che hanno formato un cuore al centro del terreno di gioco lenamento. Pure gli «agnostici» i superstiziosi che temono che le giornate di festa «portino male» si sciolgono. E’ la festa di tutti. I bambini chiedono di poter avere un autografo. Tutti verso la maratona. La squadra gioca, carezze fatte di parole per tutti. Pepito colpisce il palo, poi segna. Resta il «fenomeno» anche se probabilmente fra poco andrà in prestito altrove. In mezzo al campo sta Sousa, immobile: cerca di capire. Per lui non è difficile, è portoghese, anche lì il calcio è musica e pazzia. Daniele Pradè e Elena Turra vengono da Roma, nonostante quello sgranano gli occhi. Firenze la bellissima, Firenze amore fu, una città con in mezzo al petto un cuore viola. Prima o poi tutti si dovranno svegliare? Perché? Chi l’ha detto? E comunque... poi è meglio di prima.