Nazionale alla romana
Nella lista dei 23 del prossimo giugno dovrebbero esserci 6 calciatori della Roma e 2 della Lazio: si eguaglierebbe il record del Mondiale 2002
I due club della Capitale sono i principali bacini da cui attinge Mancini: 7 i convocati per la Grecia scesi a 6 per il ko di Florenzi
Roma che torna capitale azzurra, superando Milano di una presenza. Sabato l’Olimpico ospiterà infatti Italia-Grecia, 59ª partita della Nazionale all’ombra del Cupolone. Tutto noto. Tre punti per la banda Mancini e appuntamento riaggiornato, stessa sede, al 12 giugno 2020, data di inizio del prossimo Europeo itinerante, con partita inaugurale riservata proprio all’Italia al Foro Italico (l’avversaria la scopriremo il 30 novembre prossimo a Bucarest, sede del sorteggio della fase finale), arrivando così a quota 60 partite capitoline. Tutto questo intrecciarsi di azzurro (al netto del verde occasionale) e romanità però non è una semplice suggestione cronachistica. La verità è che la Nazionale di Mancini si basa e si baserà su un blocco “romano”, come raramente è avvenuto nel passato centenario della nostra rappresentativa. Ci riferiamo al fatto che romanisti e laziali sono e quasi certamente saranno più di milanesi (interisti e milanisti) e soprattutto torinesi (juventini e granata), con i bianconeri quasi al minimo storico in un grande torneo internazionale per nazioni. Non si tratta di semplice campanile: ma nomi e numeri tracciano il profilo di politiche societarie orientate a puntare più sugli italiani di qualità rispetto agli stranieri. Venendo all’oggi, l’ultima convocazione del ct, contava 5 giallorossi (scesi a 4, con il forfait di Florenzi) e 2 biancocelesti. Totale 7 giocatori, ai quali bisognerà poi aggiungere Lorenzo Pellegrini, in questo momento indisponibile ma a tutti gli effetti un uomo di Mancini. Comparando: ci sono ora in rosa 5 milanesi (senza Sensi), e 5 torinesi (solo 2 juventini, Bonucci e Bernardeschi). Sorpassi alle viste non sono dati.
PROSPETTIVA CAPITALE. Siccome il ct ha più volte ritenuto, l’ultima volta lunedì scorso, che in larghissma parte questo gruppo è quello che lui porterà all’Europeo, non è sbagliato ipotizzare che nella lista dei 23 del prossimo giugno i romani dovrebbero essere 8, 6 romanisti (Cristante, Zaniolo, Gianluca Mancini, Spinazzola più i due assenti attuali) e 2 laziali (Immobile e Acerbi), ovvero quasi il 35% del totale. Per la Roma per altro si tratterebbe di record, essendo arrivata al massimo a 5 azzurrati, per Euro 2004 (Delvecchio, Montella, Panucci, Tommasi e Totti). È invece il Mondiale 2002 quello con più romani di sempre, grazie ai 5 laziali di allora (Corradi, Fiore, Favalli, Oddo e Peruzzi), record per il club, e 3 romanisti (Cassano, Panucci e Totti). Parallelamente questa di Mancini non potrà essere una Nazionale targata Juve, squadra storicamente massima fornitrice di giocatori all’azzurro (142, contro 92 milanisti, 85 interisti, 52 romanisti, 42 viola, 33 laziali e 28 granata), in particolare nell’ultimo decennio, durante il quale da Prandelli a Conte fino a Ventura i bianconeri in media sono stati 5/6 a torneo. Certo, non è un mistero che il ct stia aspettando il ritorno di Chiellini. Ma anche con il capitano in Nazionale, il ruolo dei bianconerazzurri resterà ai minimi da 25 anni a questa parte, quando Sacchi portò negli Usa solo i due Baggio e Conte.
CIRO, ACERBI, SPINA. Intanto contro la Grecia (arbitrerà il russo Sergei Karasev) i tifosi all’Olimpico avranno un motivo in più per tifare Italia: in campo subito ci saranno Acerbi e Spinazzola in difesa e Immobile centravanti. E non per far felici i romani, ma perché questo dice questa Nazionale.
Ai minimi storici invece la truppa dei giocatori della Juve