Corriere dello Sport

Milik, la promessa: «Pronto a rinascere»

L’attaccante azzurro, ora in nazionale, analizza il momento E fa una promessa ad Ancelotti

- Di Fabio Mandarini

L’attaccante polacco del Napoli si confessa: «Ritroverò la fiducia persa»

Arkadiusz Milik attraversa un momento estremamen­te delicato: è l’unico attaccante del Napoli a non aver segnato nelle prime nove partite stagionali; dopo gli errori di Genk, in Champions, è stato bersagliat­o dalle critiche; l’accordo per il rinnovo non è ancora stato raggiunto; e finora tra problemi fisici e scelte di Ancelotti ha giocato appena due volte dal primo minuto. Un periodo buio, l’ennesimo da quando è azzurra la sua vita, che Arek analizza con grande consapevol­ezza alla vigilia del primo impegno della Polonia nelle qualificaz­ioni europee con la Lettonia. «Ho perso il posto in squadra, mi mancano gli automatism­i e la fiducia in me stesso ma non mi arrendo: tornerò a segnare. E tornerò titolare».

NIENTE POLEMICHE. E allora, Milik senza freni. A cuore aperto, sì, con inevitabil­i punte di rabbia ma senza polemica: «Lavoro, responsabi­lità, pazienza e serenità mi porteranno all'obiettivo. Se mi arrabbiass­i con l’allenatore non ne ricaverei nulla». Profession­ista autentico. Ma anche un centravant­i senza gol dal 14 aprile con il Chievo a Verona - 179 giorni oggi -, nonché un uomo ferito nel profondo che muore dalla voglia di dimostrare al mondo, e soprattutt­o al Napoli, il suo valore: è quanto emerge dalla lunga chiacchier­ata ai microfoni di Przeglad Sportowy, in vista della prima sfida con la Nazionale in programma oggi a Riga. «Non è un momento facile, ma devo insistere: i risultati arriverann­o sicurament­e». In patria, come in Italia, hanno fatto scalpore gli errori di Genk. «Mi dispiace soprattutt­o per la terza occasione mancata, ma devo andare oltre. Se un attaccante non segna è sempre difficile: quando non giochi da un po’ e ti mancano ritmo e fiducia, perdi efficacia. La forma arriverà con il tempo».

ME NE FREGO. E ancora. «Non presto attenzioni alle critiche: bisogna separare la vita reale dai social e dal web. Io spengo tutto, telefono e computer, e mi isolo: è l’unico modo per non impazzire o avvelenare i pensieri. M'interessan­o soltanto il parere dell’allenatore e delle persone a cui tengo». Ancelotti continua a sostenerlo e a sottolinea­rne il buon movimento in campo. «Sì, ecco perché è inutile rimuginare: bisogna pensare subito alla prossima partita. L’efficacia di un attaccante dipende da molti fattori: dalla condizione individual­e e della squadra, da quanto spesso giochi, dal feeling con i partner. A Napoli si fa molto turnover, è difficile trovare una posizione stabile: ma non ha senso cercare scuse, devo combattere». TORNERO’. Il carattere per superare le difficoltà non gli è mai mancato. «Prima dell’inizio della stagione ho giocato sempre, poi ho avuto un problema inguinale e ho perso il posto». Maledetti infortuni. «Ti chiedi sempre: di nuovo? Perché io? Ero in forma, ma poi dici a te stesso che tormentars­i non serve. Sono un profession­ista di alto livello, ho superato infortuni ben più gravi e ora mi sento bene. Sto molto bene: vorrei giocare più spesso, preferibil­mente sempre, ma devo soltanto lavorare e convincere Ancelotti. Attendo con ansia le mie chance: credo che il ritorno negli undici, tra i titolari, sia soltanto una questione di tempo».

«È dura, mi mancano gol e fiducia Ma segnerò ancora e sarò titolare»

IO E NANDO. A Llorente, acquistato dopo il tramonto dell’affare Icardi e già a segno tre volte, è bastato poco per incidere. «Sono molto felice che sia arrivato a Napoli: è esperto, bravissimo di testa e nei duelli con i difensori. Posso imparare tanto da lui. La concorrenz­a non ha mai fatto male a nessuno». Poi, valutazion­e tattica: «Penso che la nostra impostazio­ne ottimale sia con Insigne e Mertens a sostegno della punta centrale». E gran finale: «Voglio tornare al gol, certo, e continuerò a lottare: è tutto nelle mie mani. Anche la fine della crisi».

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