Corriere dello Sport

L’ira cinese sull’Nba: gare a rischio

- Di Roberto Zanni

Tensione alle stelle dopo un tweet a favore della protesta di Hong Kong

Non c'è voluto troppo tempo. Da venerdì, giorno in cui Daryl Morey, gm degli Houston Rockets, aveva twittato il suo appoggio alle proteste di Hong Kong, a ieri, 11 dei 13 partner ufficiali cinesi presenti nella website “NBA China”, avevano già terminato (o almeno sospeso) il rapporto con la league statuniten­se, mentre le dirette tv delle partite, a cominciare da Lakers-Nets (oggi a Shanghai) sono state annullate. Cancellati i Rockets dal vocabolari­o mandarino, pronunciar­e oggi quel nome all'interno della muraglia potrebbe portare a guai seri. E Yao Ming? Una furia, mai visto così, magari la stessa rabbia l'avesse usata quando giocava. Peggio della guerra dei dazi del presidente Donald Trump.

Non scherza la Cina se si vanno anche solo a sfiorare le loro questioni politiche interne. Così è arrivato l'intervento del commission­er Adam Silver. Domenica si è arrampicat­o sugli specchi cercando di unire la libertà di espression­e, sempre sbandierat­a dalla NBA, con interessi economici enormi: la Cina infatti è il loro secondo mercato al mondo. Così la sua immediata risposta, che ha avuto una traduzione differente dall'originale in inglese, più soft, piena di scuse, non ha scalfito la posizione cinese, ma al tempo stesso ha innescato reazioni negative negli States, costringen­do Silver a una nuova precisazio­ne, un po' più ferma, a difesa di Morey, un paio di giorni dopo.

Sono oltre 500 milioni i fans della NBA in Cina, un mercato che per la NBA supera i 4 miliardi di dollari, ma, tutti compresi, dai vertici alle stelle che scendono in campo, se n'erano sempre infischiat­i di diritti umani e tutto quello che capitava di storto in quella parte dell'Asia. Così ci ha provato anche Tilman Fertitta, padrone dei Rockets, a evitare che la barca affondasse “cinguettan­do” che Morey aveva parlato per se stesso e non rappresent­a la società. Inutilment­e: Tencent, contratto streaming di 5 anni con la NBA, non ha cambiato idea e non trasmetter­à più gli incontri dei texani mentre Yao Ming, oggi presidente della Chinese Basketball Associatio­n, non ci ha nemmeno pensato di tornare sulla sua decisione: i rapporti di cooperazio­ne con il suo ex club restano sospesi.

VOCE STONATA. Diatriba che, sperando si possa risolvere in qualche modo, ha visto l'intervento di candidati democratic­i alle Presidenzi­ali 2020, ma anche di Gregg Popovich, coach di San Antonio, che, ancora sotto shock per la figuraccia mondiale, ha fallito ancora il bersaglio: «Silver è un gran leader le sue parole - quando lo confronti con quello che abbiamo dovuto vivere negli ultimi tre anni (Trump, ndr) c'è una gran differenza». Infine Dennis Rodman: «Prenotatem­i un volo, so un paio di cose sulla diplomazia...».

Morey gm di Houston twitta, la Cina s’infuria, arrivano le scuse ed è peggio...

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ANSA La Cina è il secondo mercato della NBA: qui uno store a Pechino

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