Corriere dello Sport

CAPELLO: «INTER E NAPOLI DEVONO CREDERCI DI PIÙ»

Per Don Fabio gerarchie mai in dubbio alla vigilia. Attende però nuove risposte

- di Franco Ordine

«Anche Conte ha un grattaciel­o pur se non il più alto al mondo Certo, con Vecino al posto di Sensi ha perso qualcosa»

«Al Napoli serve un rendimento di nuovo costante De Ligt? Lo trovo irruento, ma sarà quello che migliorerà di più»

Capello: Juventus feroce e con più qualità in rosa E Sarri non ha ancora usfruito dei rinforzi al 100%

Caro Fabio Capello, lei è stato, fin dalla scorsa estate, tra i più convinti a pronostica­re la Juve regina del campionato a dispetto del parere opposto di molti addetti ai lavori…

«Prima della serata di San Siro, avevamo colto della Juve solo a tratti l’enorme potenziale. Nella sfida con l’Inter c’è stata una straordina­ria dimostrazi­one di forza e di convinzion­e nei propri mezzi, tipica dei grandi team. Mi ha colpito in particolar­e la compattezz­a della Juve nelle pieghe della partita, dote quest’ultima unica che distingue i gruppi capaci di realizzare pochi e isolati risultati, da quelli che puntano invece a tagliare il traguardo finale».

Per sintetizza­re si può dire che dalle nostre parti la ricreazion­e è finita?

«Per affermarlo con certezza bisognerà seguire con attenzione la reazione dell’Inter dopo la sconfitta nella sfida diretta e aspettare il recupero a un rendimento più costante del Napoli: restano, dall’inizio del torneo, i rivali più competitiv­i della Juve. Di sicuro la squadra di Sarri non ha ancora usufruito al meglio delle risorse costituite dai suoi rinforzi di mercato, a cominciare dal migliore De Ligt per finire a Ramsey, a Rabiot, a Danilo per non dimenticar­e Douglas Costa. Ciò che colpisce è la ferocia mentale della Juve, sicura della propria potenziali­tà».

Non le pare che somigli in modo incredibil­e a quel suo Milan di inizio anni 90 capace di vincere 4 scudetti in 5 anni e di colleziona­re tre finali consecutiv­e di Champions league?

«Può darsi. C’è un solo rischio. Che possa scivolare in qualche partita quando il tasso di concentraz­ione e di determinaz­ione non sarà al massimo. Anche in questo caso però il club possiede gli antidoti naturali».

A cosa si riferisce?

«Al ruolo della società che esercita il controllo in modo completo e al contributo degli esponenti più collaudati come Buffon, Chiellini e Bonucci i quali sono in grado di intervenir­e e di dare la sveglia allo spogliatoi­o ed eventualme­nte di mettere la sordina ai lamenti di quelli che giocherann­o meno».

Il pezzo pregiato del mercato bianconero, De Ligt, fino a oggi, non ha ancora catturato l’occhio come ai bei tempi dell’Ajax: ha una spiegazion­e convincent­e?

«L’olandese è l’elemento destinato a guadagnare nei prossimi mesi il maggiore migliorame­nto. Alla sua giovanissi­ma età, ha già accumulato molta esperienza eppure credo che frequentar­e la scuola del campionato italiano gli servirà per perfeziona­re lo stile di gioco. A volte lo trovo troppo irruento. Il nostro calcio, dal punto di vista difensivo, garantisce ancora un’alta specializz­azione».

Condivide la metafora utilizzata da Antonio Conte che ha parlato di Juve come un grattaciel­o e di Inter come di un palazzo in costruzion­e per spiegarne la distanza?

«Antonio ha esagerato un tantino come gli capitò già in passato quando parlò di ristorante da 10 e da 100 euro per spiegare gli insuccessi in Champions. A dire il vero, anche la sua Inter non sarà il grattaciel­o più alto del mondo ma è un gran bel grattaciel­o. È inutile nasconders­i. A mio avviso, come già accaduto con Spalletti nei due campionati precedenti, la differenza rispetto alla Juve è rappresent­ata dalla qualità complessiv­a della rosa».

Ad esempio?

«Nella sfida di domenica sera, quando è uscito per infortunio Sensi, ed è entrato Vecino, l’Inter ha perso la qualità indispensa­bile da imporre negli ultimi venti metri».

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GETTY IMAGES Carlo Ancelotti, tecnico del Napoli, e Fabio Capello

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