Corriere dello Sport

Tutta colpa di Pirlo

- di Alberto Polverosi

E’tutta colpa di Pirlo. E’ colpa sua se ogni volta che spunta un regista, o un centrocamp­ista che si trasforma, o che si adatta o che si inventa in quel ruolo, il pensiero corre al Maestro. Accadrà lo stesso a Barcellona con De Jong che, bravo è bravo, ma impallidis­ce di fronte al ricordo di Xavi. Non sono raffronti giusti, lo sappiamo, però quando nella mente scorrono le immagini di Pirlo, dei suoi lanci, delle due idee, delle sue iniziative, quel calcio non si può cancellare in un attimo. E’ il destino capitato a Miralem Pjanic, bianconero come lo era stato Pirlo nel suo straordina­rio finale di carriera. Il bosniaco era una mezzala, come Pirlo era un trequartis­ta, Spalletti nella Roma lo ha fatto arretrare davanti alla difesa e accanto a un mediano tosto come De Rossi, Allegri nella Juve lo ha rifinito come regista affiancand­ogli non una ma due mezze ali come Khedira e Matuidi e ora Sarri, indicando nella quota 150 il numero di palloni che Pjanic dovrà toccare a partita, ne sta godendo ogni beneficio. Anche Sarri, sia chiaro, ha contribuit­o a questo processo di crescita, non ancora concluso nonostante i suoi 29 anni. Il suo apporto è stato soprattutt­o psicologic­o: lo ha definitiva­mente responsabi­lizzato e gli effetti sono evidenti.

Nel Napoli il regista di Sarri era Jorginho. In una partita al Bentegodi contro il Verona, l’italo-brasiliano toccò 196 palloni, 150 nella metà campo veronese. Va detto che furono 90' di totale dominio napoletano (2-0 il risultato finale, era il novembre 2015), durante i quali Jorginho fu favorito da una libertà di gioco incredibil­e per una partita di Serie A, ma è a quella quantità di palloni che il nuovo allenatore bianconero vuole spingere Pjanic. L’obiettivo è chiaro: essendo dotato di una tecnica fantastica, i benefici della squadra aumentano in proporzion­e all’aumento di palloni che transitano dai suoi piedi. Miralem si sta avvicinand­o alla quota, ne ha toccati 124 a Brescia, ma soprattutt­o è sempre più al comando del gioco della Juventus. Contro l’Inter si è fermato a 100, condensand­o però in una quantità inferiore una qualità superiore.

Il modulo a rombo lo favorisce e lo favorirà ancora di più quando Sarri battezzerà in modo definitivo Ramsey nel ruolo di trequartis­ta. Sull’asse Pjanic-Ramsey la Juve può costruire la sua stagione innalzando il livello tecnico e creativo. L’equilibrio sarà dato da centrocamp­isti completi come Khedira, Matuidi ed Emre Can. Pjanic, di questo centrocamp­o, è il leader.

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