CASO ROMA KO SOPRA LA MEDIA
Il dossier Uefa svela un aumento molto superiore a quello dei club impegnati in Champions League
Aspettando di individuarne la causa, la Roma si sta tristemente abituando a soffrire i sintomi del male. I dodici infortuni già riscontrati in questo inizio di stagione, «una percentuale che continua ad essere anomala» come ha raccontato l’ex medico sociale Colautti, stanno ripercorrendo il sentiero sinistro della scorsa stagione, quando il consuntivo inimmaginabile di 56 incidenti (di cui 44 muscolari) ha stravolto le medie europee.
LO STUDIO. I report pubblicati dall’Uefa mostrano che, su un campione di 24 o 25 squadre impegnate in Champions League, il numero percentuale d’infortuni diviso per club non è aumentato tra un anno e l’altro: la media è di 35 a stagione. La Roma invece ha alzato spaventosamente il totale da una stagione all’altra passando proprio da 35 a 56. Da qui l’allarme rosso scattato a Boston, con Pallotta che ha deciso la rivoluzione interna affidando a Guido Fienga (in queste ore a rapporto dal patron negli Stati Uniti) la rigenerazione del prodotto attraverso nuove figure professionali. I DATI. Ma i problemi che si sono susseguiti nel primo mese e mezzo di partite non hanno invertito la pericolosa tendenza. Lo studio Uefa, guidato dal professore svedese Jan Ekstrand dell’università di Linkoping, ha considerato circa 8.000 di lavoro per ciascuna squadra, divise tra la maggioranza degli allenamenti e la minoranza (si fa per dire) di impegni agonistici. La media degli infortuni considerati «gravi», quindi con prognosi superiori ai 28 giorni, delle squadre prese in esame nella scorsa stagione è stata di 11,2. In questo scorcio d’annata, la Roma ha già perso per più di quattro settimane Perotti, due volte Zappacosta, Ünder, Pellegrini più il giovane Bouah, che si è infortunato con la Primavera ma si è allenato a lungo con la prima squadra. Il totale fa 6, più della metà di quanto è lecito aspettarsi in una stagione intera da una squadra che partecipa alle coppe europee e ospita tanti giocatori utilizzati dalle varie nazionali.
AL LAVORO. La Roma sembra avere trovato uno dei problemi, come ha raccontato Petrachi dopo Roma-Cagliari: «I terreni a Trigoria sono sabbiosi e duri. Abbiamo rifatto un campo e presto ci dedicheremo a un altro. Speriamo che molti dei nostri guai dipendano dalle strutture» di cui in effetti diversi giocatori si sono lamentati l’anno scorso. Resta da capire come mai i delegati del Real Madrid, invitati a Trigoria nei mesi scorsi per verificare la tenuta dei campi e in generale la qualità delle infrastrutture del centro sportivo, abbiano espresso un giudizio molto lusinghiero nei confronti della Roma. SORTILEGIO. Con l’ennesimo intervento, che comporta anche un investimento corposo, la società prova a ridurre i rischi di infortuni che potrebbero procurare «alibi», per usare una parola cara al vice di Petrachi, Morgan De Sanctis. Neppure l’analisi di Fonseca, che invita a riflettere sul logorio del calcio professionistico e sulle troppe partite ravvicinate che fiaccano la resistenza degli atleti, sembra fornire una risposta adeguata al caso-Roma, leggendo il report Uefa da cui siamo partiti. Qualcuno ormai, dentro e fuori dal club, parla di maledizione Trigoria. Nella stagione 2018/19 la Roma, come racconta Retesport attraverso un proprio studio, ha battuto nettamente per numero di infortuni anche le altre italiane impegnate in Champions: la Juventus ne ha avuti 35, in perfetta media europea, mentre Inter e Napoli ne hanno riscontrati rispettivamente 19 e 25. Lo spread supera ogni ipotesi di casualità.