Nazionale sottomessa
La Nazionale sottomessa
Conte che si riprende Esposito senza l’ombra di un rimorso, e stacca alla Nazionale Under 17 l’ossigeno di un talento come a quell’età non se ne vedono quasi mai, è il perfetto successore di sé stesso.
Conte che si riprende Esposito senza l’ombra di un rimorso, e stacca alla Nazionale Under 17 l’ossigeno di un talento come a quell’età non se ne vedono quasi mai, è il perfetto successore di sé stesso. Cinque anni fa, quando era alla Juve, fece venire una mezza ulcera a Prandelli per la convocazione di Chiellini, appena tornato da un infortunio. Disse che il ct avrebbe dovuto chiedergli informazioni preventive. In mezzo c’è stato anche il Conte a sua volta ct capace, al contrario, di rispondere a voce rauca ma alta a John Elkann che si lamentava per un problema fisico di Marchisio. E raccontava che durante la sua esperienza alla Juve i dirigenti non si erano mai chiesti perché i giocatori lavorassero duro.
Non importa. Se l’Italia va a un Mondiale senza il suo giocatore di punta non è colpa di Conte o del suo club, che curano le proprie convenienze e tappano le falle che persino un mercato dai costi rilevanti ha evidentemente lasciato. E’ il calcio italiano a rinunciare alla propria versione migliore, quasi scusandosi con l’Inter per aver prelevato - quindi valorizzato - una vasta parte del suo settore giovanile, e non ha il coraggio di mettere gli interessi generali davanti a quelli della squadra particolare. E’ anche per questo che l’Italia sta risalendo da una brutta discesa nelle gerarchie internazionali. Sta risalendo, vale la pena ricordarlo, soprattutto grazie a una Nazionale che magari sbaglia il colore della maglia ma da un po’ non il gioco e i giocatori. Ci siamo persi un Mondiale, adesso andiamo a un altro, più piccolo, volontariamente indeboliti. Un’idea luminosa, e chissà che avranno tutti a guardarci strano.