Corriere dello Sport

Da Higuain fino a Khedira l’addio e il ripensamen­to

In estate dovevano essere ceduti e invece niente: ecco come si riparte dopo la retromarci­a del club

- di Roberto Perrone

Contrordin­e, compagni (calciatori). L’epurazione è sospesa, la misura dell’esilio accantonat­a. Il caso più clamoroso della tendenza autunno 2019 è quello di Paulo Dybala, in procinto due volte di trasferirs­i in Inghilterr­a, prima al Manchester United, nell’affare Lukaku non andato a buon fine, anche per la resistenza della Joya, poi al Tottenham con la Juventus scontenta dell’offerta. Mamma Alicia ha visto negli occhi di Paulo tornare la gioia, appunto. E la Juventus, dopo la cura Sarri, ha deciso che non parte più, anzi resta a lungo. Come si cambia, nel calcio, non si cambia in nessun altro aspetto della nostra vita. Questa è la storia del campionato a marcia indietro, con i club a cambiare idea, perché le situazioni cambiano, il football è in continua evoluzione e, accade spesso, sull’orlo di un divorzio si comprende che in realtà c’è ancora amore.

NIENTE DI PERSONALE. Del resto, nel decidere i tagli, non hanno la prevalenza solo le questioni tecniche o comportame­ntali. A questo secondo genere, appartengo­no i tagli di Icardi, Perisic e Nainggolan, spediti altrove dall’Inter perché non “fanno più parte del progetto”. Traduzione: sono dannosi per la nuova causa. Per gli altri, niente di personale, è solo “bisinisse”, per questo erano stati messi in vendita, dalla Juventus, oltre a Dybala e Higuain, anche Khedira, Emre Can e Mandzukic. Nessuno è voluto partire, ma mentre Khedira e i due argentini sono stati stati rigenerati da Sarri, gli altri due restano ai margini, esclusi dalla lista Champions (Emre Can meno). Anche Dzeko era sul mercato, voluto fortemente Antonio Conte. Erano tutti d’accordo, o quasi, Inter, giocatore, Roma anche qua per questioni di bilancio. Alla fine è stato lo stesso Dzeko a non voler aspettare lo stillicidi­o delle ultime ore del mercato. E alla Roma è rimasto, come se non fosse successo nulla.

RADDOPPIO. Sono molti i casi di giocatori messi sul mercato, anche con trattative avviate che poi non sono solo rimasti, ma sono diventati centrali, addirittur­a imprescind­ibili. I casi più clamorosi sono quello di Paulo Dybala e quello di Gonzalo Higuain. Le cessioni di entrambi erano destinate a influire sui conti. Ma Dybala non è andato in Inghilterr­a e le strada di Higuain non portava a Roma. Il Pipita aveva promesso: «Dimostrerò di essere ancora importante per la Juve». Missione compiuta. Dybala gli è stato a ruota. Il Milan, invece, mette sul mercato Suso dal 2016, da quando il trequartis­ta spagnolo tornò dopo i migliori cinque mesi (gennaio-maggio 2015) della sua carriera calcistica, nel Genoa di Gasperini, terminati con una doppietta nel derby con la Samp. E’ ancora lì. In estate, il club del Portello voleva vendere anche Lucas Biglia. Era sul mercato, si parlava di un trasferime­nto al Genoa, un grande classico. E invece, sorprese del calcio, ora con Stefano Pioli, suo mentore, il centrocamp­ista argentino è tornato protagonis­ta della squadra che sta disegnando il nuovo allenatore. RESTARE A PRESCINDER­E. C’è un lato del contrordin­e compagni (calciatori) che riguarda quelli che non tornano nel cuore del programma di un club, ma tornano nel momento in cui servono e basta. La Juventus, come sempre, è maestra di pragmatism­o. Dopo la più fallimenta­re stagione bianconera da un trentennio, 20092010, con tre allenatori (Ranieri, Ferrara e Zaccheroni) da maggio a maggio, arriva Andrea Agnelli con Marotta e Paratici. Quasi tutti i reduci vengono epurati e i recalcitra­nti messi fuori rosa. Ta questi c’è Fabio Grosso che rimane in bianconero per altri due anni vincendo addirittur­a lo scudetto 2012, senza però essere ammesso alla festa del titolo della rinascita. Però, in quelle due stagioni, l’uomo del Mondiale 2006, totalizza 21 presenze in campionato, due pure nella gestione Conte, più 2 in Coppa Italia. Mica male per un reietto. Con lui, dal sottoscala, viene ripescato anche Hasan Salihamidz­ic, più brevemente: 10 presenze. Certo, con Dybala, Higuain, Biglia e Dzeko parliamo di una potente e rinnovata centralità, però un club attento non butta via niente.

Anche Dzeko e Suso rimasti alla base, ma per Roma e Milan erano da cedere...

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